Giorgia Meloni non vaccinerà sua figlia. “Non è una religione”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia. La politica, leader anche dell’opposizione al governo di “unità nazionale” guidato da Mario Draghi, è nel pieno della faida interna al centrodestra. La frattura partita durante la settimana di elezione del Presidente della Repubblica. Non ha approvato, Meloni, la scelta del kingmaker Matteo Salvini, segretario della Lega, di convergere su un secondo mandato di Sergio Mattarella. È insomma un’assoluta protagonista della politica, sempre o quasi in crescita nei sondaggi, in questi giorni puntualmente interpellata dai giornali.

Meloni ha rilasciato un’intervista al direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini. E ha dichiarato: “Non vaccino mia figlia perché il vaccino non è una religione, ma una medicina, quindi valuto i rapporti rischi-beneficio”. Ginevra, figlia di Meloni, ha da poco compiuto 5 anni. Quindi rientra nella fascia vaccinabile. La leader di destra è legata sentimentalmente al giornalista di TgCom24 Andrea Giambruno. I due hanno un rapporto molto solido non ratificato da nessun sacramento o impegno civile. Sono una coppia di fatto e hanno avuto da poco una bambina nata nel 2016. Giambruno ha 40 anni, Meloni 43, si sono conosciuti a Canale 5, durante una puntata di Quinta Colonna.

“Le possibilità che un ragazzo muoia di covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine”, ha argomentato con sicurezza Meloni, con riferimento alle statistiche per il giovani fino ai 20 anni. “Questo è un vaccino in sperimentazione, che finisce nel 2023”. Non è la prima volta che Meloni ribadisce la sua posizione. “Io ho una bimba di 5 anni, io sono una persona che guarda i dati empirici. Sulla vaccinazione covid di mia figlia vado molto cauta”, aveva detto lo scorso dicembre Giorgia Meloni intervenendo nel programma di Rete4 Dritto e Rovescio. “Mentre ho chiamato mia madre per vaccinarsi, perché è una persona ad alto rischio. Diverso il ragionamento su un bambino di 5 anni. Se guardiamo i dati, scopriamo che tra 0 e 19 anni il rischio di mortalità da Covid è dello 0,01%, dato dell’Iss”..

Le parole di Meloni sono diventate in poco tempo virali. E hanno scatenato immediatamente reazioni – di certo Meloni ha ragione sulla rigida ortodossia con la quale viene affrontato l’argomento vaccino -, anche degli esperti. Il virologo Roberto Burioni ha twittato i numeri: “Tra il 2020 e il 2021 i morti per fulmine negli Usa sono stati 28, di tutte le età. I morti per Covid (sempre in America) sotto i 18 anni sono stati 900”. Così come il Presidente della Fondazione Gimbe Antonio Nino Cartabellotta ha argomentato: “Onorevole Meloni, Lei è libera di non vaccinare sua figlia. Non di fare disinformazione pubblica sui vaccini”.

Anche Luca Bernardo, direttore responsabile del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli ed ex candidato sindaco a Milano del centrodestra, a Lapresse ha argomentato come “la Società italiana di pediatria di cui io faccio parte e l’omologa americana, consigliano assolutamente e fortemente la somministrazione del vaccino anti-covid. Questo è un dato scientifico. Se Giorgia Meloni vorrà un consiglio sarò a disposizione per spiegarle i benefici, come gli effetti collaterali del vaccino, ma il rapporto costo-beneficio è assolutamente a favore del farlo” e di essere “assolutamente favorevole alla vaccinazione anche nei bambini sopra i 5 anni perché aiutano a prevenire e proteggere dal Covid. Gli effetti collaterali riscontrati in queste settimane sono stati minimi, parliamo di qualche linea di febbre, cefalea, dolori localizzati nella sede dell’iniezione. Le temute miocarditi e pericarditi sono 1-5 casi ogni 100mila persone. Il rischio di miocardite è davvero remoto, possono insorgere in soggetti maschi, più adolescenti o giovani adulti dopo la seconda dose. In ogni caso è difficile stabilire un collegamento diretto e certo tra le miocarditi e le vaccinazioni, al contrario è accertato che la miocardite è una complicanza delle infezioni virali tra cui il Covid. Credo sia giusto non ci sia una obbligatorietà per la vaccinazione dei più piccoli ed è vero che per fortuna i decessi dei bambini sono in numero piccolo, ma è vero che ogni bambino ha una famiglia, un fratello o una sorella, comunque è un rischio che attraverso la vaccinazione si può prevenire. Qualsiasi mamma che sia Meloni o altre non può essere deve essere libera di scegliere, ma il mio consiglio è quello di farlo“.

La campagna vaccinale intanto prosegue e si pensa di estendere ulteriormente la fascia di popolazione vaccinabile: la Food and Drug Administration ha dato il suo parere positivo alla sperimentazione. Ha sottolineato che il vaccino Pfizer sarà sottoposto a un doppio test come successo per gli adulti. Il via libera potrebbe arrivare entro fine mese. L’Europa e l’Italia sono più cauti al momento sul punto. “Dipende da alcune variabili, prima tra tutte la circolazione del virus in quella fascia d’età. L’orientamento attuale dell’Ema fa pensare ad un vaccino ‘emergenziale’, per i bambini fragili, in condizioni di vulnerabilità, magari nati da mamme non vaccinate ma è bene comunque avere lo strumento pronto nel cassetto. Difficile che si opti per un vaccino di massa, l’Ema è molto cauta e ogni decisione verrà presa sulla base dei dati oggettivi e della situazione europea”, ha spiegato Guido Rasi, ex direttore generale dell’Ema e consulente del commissario straordinario Figliuolo, intervenendo ad Agorà, su Rai3.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.