Si chiama Eta, Electronic Travel Authorisation, e dovrà essere richiesta per qualsiasi visita – anche turistica – nel Regno Unito. La procedura pensata dal governo britannico per permettere ai cittadini degli Stati membri UE di viaggiare nel post Brexit è stata pensata per limitare ulteriormente il sistema di immigrazione e circoscriverà a sei mesi – anche non consecutivi -, nell’arco di due anni, il tempo massimo di permanenza nel suolo UK. Stesso percorso dunque per quanto già riguarda i cittadini di Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti che già devono ottenere un’Eta prima di recarsi nel Regno Unito, e anche gli Stati Uniti che saranno soggetti alla nuova procedura da novembre.

Quanto costa il visto turistico nel Regno Unito e come richiederlo

La nuova procedura del visto turistico entrerà in vigore dal 2 aprile 2025, e gli europei potranno iniziare a richiedere e compilare l’ETA a partire dal 5 marzo. Avrà un costo di 10 sterline, con validità biennale, o meno se il passaporto dovesse scadere anzitempo. L’ETA non permetterà di lavorare, per quello servirà un visto lavorativo. La tassa, potrà essere richiesta online o più semplicemente mediante un’applicazione per smartphone, la UK Eta, non rimborsabile, si applicherà a tutti i visitatori del Regno Unito, compresi i neonati e i bambini. Dall’altra parte, anche l’Unione Europea renderà più difficoltosa la visita dei cittadini del Regno Unito negli Stati Membri UE. Coloro che vorranno spostarsi in un altro Paese dovranno registrarsi online e pagare l’ETIAS, l’European Travel Information and Authorisation System al costo di 7 euro. Un permesso di ingresso digitale valido per tre anni, che permetterà di spostarsi un numero illimitato di volte all’interno dei 27 Paesi UE. Ma anche in  Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

“Una volta completata l’implementazione, il sistema Eta chiuderà la lacuna attuale riguardo alle autorizzazioni di viaggio e ci permetterà di avere per la prima volta una conoscenza completa di chi entra nel Regno Unito”, ha dichiarato il ministro degli Interni britannico Yvette Cooper in un comunicato.

Redazione

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