Sanità
Nuovo contratto del comparto Sanità: 172 euro in più per 13 mensilità, buoni pasto per il lavoro agile settimana corta
Dopo un lungo negoziato, è stato firmato in via definitiva il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del comparto Sanità 2022-2024. Coinvolge circa 580mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale – infermieri, tecnici, amministrativi e personale non medico – con un impegno finanziario di 1,784 miliardi di euro. L’aumento medio sarà di 172 euro mensili per tredici mensilità (pari al +6,8%), e gli arretrati medi si aggirano sui 1.200 euro. Hanno siglato l’intesa Cisl, Fials, Nursind e Nursing Up, mentre Cgil e Uil hanno scelto di non firmare. È un rinnovo atteso, che tenta di restituire dignità e attrattività al lavoro sanitario dopo anni di sottovalutazione economica e contrattuale.
Riconoscimento economico e nuove opportunità di carriera
Oltre agli incrementi salariali, il contratto introduce un’importante apertura in materia di progressione professionale. L’accesso all’“area di elevata qualificazione” non sarà più riservato ai soli laureati magistrali: potranno concorrere anche i titolari di laurea triennale con sette anni di incarico o titoli equipollenti. Si tratta di una scelta riformista che riconosce il valore dell’esperienza, premiando la competenza maturata sul campo, spesso più formativa di molti titoli accademici. Vengono inoltre stanziate risorse specifiche per il pronto soccorso (175 milioni), per l’indennità infermieristica (35 milioni) e per quella di tutela del malato (15 milioni).
Lavoro più flessibile e inclusivo
Il nuovo Ccnl apre alla settimana corta: in via sperimentale, sarà possibile articolare le 36 ore settimanali su quattro giorni, a condizione che non si riduca la qualità dei servizi. Una misura che modernizza il lavoro pubblico, favorendo la conciliazione vita-lavoro. Altra novità di rilievo: il riconoscimento del buono pasto anche per chi lavora in modalità agile. Viene inoltre garantita una corsia preferenziale per l’accesso allo smart working a chi vive situazioni di disabilità o assiste familiari fragili. È un segnale di civiltà amministrativa, che porta la Pubblica amministrazione verso standard europei di inclusione.
Tutela, sicurezza e dignità in corsia
Il contratto introduce nuove garanzie per il personale vittima di aggressioni. In caso di violenza o minacce, l’azienda sanitaria dovrà assicurare patrocinio legale gratuito e, se richiesto, supporto psicologico. Una misura necessaria, alla luce dell’aumento degli episodi di violenza in ospedale. Rilevante anche l’attenzione all’“age management”: ferie frazionabili a ore e part-time temporaneo per i lavoratori più anziani, in un settore in cui l’età media supera ormai i 50 anni.
Un tassello per una riforma più ampia
Questo rinnovo contrattuale non risolve da solo le criticità strutturali del Servizio sanitario nazionale – dalla carenza di personale alla disuguaglianza territoriale – ma segna un cambio di passo. Il comparto pubblico sanitario torna a essere un laboratorio di innovazione contrattuale, coniugando produttività e diritti. Per l’Italia europeista e riformista che crede in una sanità pubblica efficiente e giusta, questo contratto è un segnale concreto: investire sul capitale umano è la prima forma di buona amministrazione.
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