Per un curioso caso di rimozione collettiva, una piaga che affligge il nostro paese da decenni sembra emergere solo in seguito a immagini di violenza provenienti dai campi: il caporalato. È accaduto poco più di un mese fa, quando sono circolate le immagini di lavoratori picchiati a bastonate dai loro padroni nelle Langhe. Una vergogna che dura giusto il tempo di un commento: una volta finito il video, si torna rapidamente all’oblio. Nel frattempo, sfruttamento e disuguaglianza continuano a proliferare.

Questo fenomeno perverso distrugge vite, calpesta diritti e alimenta un sistema basato sulla paura e sulla sopraffazione. Dall’1 al 10 agosto l’Arma dei carabinieri ha condotto una massiccia campagna di contrasto su tutto il territorio nazionale, ispezionando 958 aziende. I risultati sono tutt’altro che incoraggianti: ben 507 aziende, ovvero quasi il 53%, sono risultate irregolari. Durante le ispezioni sono state verificate 4.960 posizioni lavorative, di cui 1.268 irregolari. Tra questi, 346 lavoratori risultavano impiegati “in nero”. Tra i lavoratori controllati 2.314 erano extracomunitari, di cui 213 impiegati in nero, e 29 erano minori, con 9 di loro impiegati in nero. Sono stati emessi 145 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (pari al 15,13% delle aziende ispezionate), di cui 75 per lavoro nero, 41 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e – in 29 casi – per entrambe le violazioni. Inoltre sono stati emessi 144 provvedimenti di diffida e 848 prescrizioni amministrative.

Per quanto riguarda le condotte penalmente rilevanti, 486 persone sono state deferite in stato di libertà all’Autorità giudiziaria per violazioni del Testo Unico sull’immigrazione, della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di altre fattispecie penali. Tra queste, 19 persone sono state accusate del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto “caporalato” (art. 603 bis C.P.), con casi accertati nelle province di Torino, Brescia, Mantova, Verona, Piacenza, Ascoli Piceno, Perugia, Rieti, Roma, Teramo, Pescara, Caltanissetta, Siracusa e Nuoro. Grazie alle indagini, 50 lavoratori sono stati liberati dallo sfruttamento. Infine sono state elevate sanzioni e ammende per un totale di oltre 4,9 milioni di euro e sequestrati 3 furgoni utilizzati per il trasporto dei braccianti agricoli nei campi.

Francesco Rosati

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