La sentenza sul femminicidio
Omicidio Fortuna Bellisario, confermati i 30 anni di carcere in Cassazione per il marito Vincenzo: “Presenteremo ricorso straordinario”
Condanna confermata anche dalla Cassazione, ma il caso non è ancora chiuso definitivamente. È stato rigettato dai giudici della Suprema Corte il ricorso presentato dagli avvocati di Vincenzo Lo Presto, 43 anni, marito di Fortuna Bellisario, uccisa a Napoli, il 7 marzo 2019, secondo l’accusa, a causa delle conseguenze innescate dai colpi inferti con una stampella dal consorte, dopo l’ennesima lite.
Per Lo Presto, affetto da problemi di salute e attualmente in carcere, è stata dunque confermata la condanna a 30 anni di reclusione per omicidio volontario, ma, come spiega all’Ansa il suo legale, l’avvocato Sergio Simpatico, “trattandosi di di rigetto e non di inammissibilità l’iter giudiziario non si è concluso: dopo avere letto le motivazioni presenteremo un ricorso straordinario per far valere le nostre tesi, peraltro accolte anche dal procuratore generale presso la prima sezione penale della Corte di Cassazione”.
Il riferimento è alla tesi sostenuta, malgrado la condanna confermata a 30 anni, dal sostituto procuratore presso la Corte di Cassazione, che ha ritenuto valide le conclusioni del giudice di primo grado, il gup di Napoli Fabio Provvisier, che condannò Lo Presto a 10 anni per omicidio preterintenzionale, scatenando un vespaio di polemiche.
Nel febbraio 2021, dopo la condanna in primo grado, Lo Presto venne inoltre mandato ai domiciliari nello stesso appartamento dove viveva con sua madre, anch’ella in passato bersaglio di condotte violente dell’uomo.
La tesi era che la morte di Fortuna Bellisario fossa stata causata effettivamente da un ematoma subdurale, ma determinato da una caduta accidentale verificatasi dopo un pasto, oltre 4 ore dopo le percosse subìte dal marito Vincenzo.
Nell’Appello formulato dalla Procura di Napoli, il sostituto procuratore riformulò quindi il capo di accusa in omicidio volontario, con Lo Presto condannato lo scorso 22 luglio a 30 anni di reclusione dalla IV sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli.
Il ricorso straordinario annunciato dall’avvocato Simpatico punterà ancora una volta a dimostrare come l’omicidio di Fortuna non fosse neanche preterintenzionale, “visto che la signora Bellisario ha mangiato con appetito un intero piatto di pasta e cavolfiori, cosa che non poteva assolutamente fare se aveva in corso la formazione di un ematoma sudurale. Invece, dopo mangiato, la signora è inciampata cadendo rovinosamente a terra, a distanza di 4 ore e 30 dal litigio con il marito della mattina, quello durante il quale è stata percossa con la gruccia, litigio terminato alle 9, come hanno sostenuto i figli, caduta che ha generato il contraccolpo sfociato in ematoma subdurale causa del malore che ha poi determinato l’ inalazione della pasta e cavolfiori, ingerita 15 minuti prima e quindi morte per soffocamento”.
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