Niente scarcerazione ma altri 15 giorni di reclusione per Patrick Zaki, lo studente di 29 anni dell’università d Bologna in carcere da quasi un anno in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva su internet. L’annuncio all’Ansa dell’avvocato Hoda Nasrallah. “Quindici giorni”, ha risposto al telefono l’avvocatessa alla domanda su cosa fosse stato deciso all’udienza del tribunale egiziano dell’altro ieri. “Ci si aspettava una scarcerazione”, si è limitata ad aggiungere Hoda.

“Dopo 48 ore di crudele attesa, è arrivato l’esito dell’udienza di domenica: altri 15 giorni di detenzione preventiva per Patrick Zaki”: così su Twitter il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, ha annunciato l’esito dell’udienza del tribunale del Cairo.

L’udienza si è tenuta domenica 17 gennaio sullo studente egiziano fermato il 7  febbraio 2020 al suo arrivo in Paese perché accusato di aver divulgato notizie false sulle proteste contro il capo dello Stato, Abdel Fatah al Sisi, avvenute nel settembre 2019. La custodia cautelare in Egitto può durare due anni. Zaki,  detenuto nel settore per indagati del carcere cairota di Tora, stava compiendo studi all’Alma Mater bolognese in un Master biennale in studi di genere ed era stato arrestato al momento di rientrare in Egitto per una vacanza.

C’era ottimismo perché nei giorni scorsi sono circolate notizie di un’imminente grazia presidenziale per un certo numero di detenuti in occasione della Festa della polizia, prevista il prossimo 25 gennaio. Nella serata di domenica, la pagina Facebook “Patrick Zaki libero” ha fatto sapere che lo studente “ha partecipato all’udienza per il rinnovo della sua detenzione, che dura da oltre 11 mesi. La sessione si è svolta alla presenza di una delegazione di rappresentanti dell’Unione Europea, dell’Italia, dei Paesi Bassi, della Francia e del Canada”.

“La corte ha ascoltato la difesa presentata dall’avvocata di Patrick, e poi ha fatto alcune domande a Patrick. La decisione del tribunale sulla detenzione di Patrick dovrebbe essere emessa domani. Vorremmo sottolineare che Patrick e’ tuttora in aula, da piu’ di 10 ore, e non ha potuto mangiare, bere o usare il bagno. Si trova in condizioni disumane nonostante la sua sessione sia finita, ma e’ costretto ad aspettare fino alla fine di tutte le sessioni della giornata in tribunale per tornare al suo luogo di detenzione”, si legge.

Redazione

Autore