Piantedosi assicura sul nuovo reato: “Fermeremo solo i rave, a Predappio una pagliacciata”

Il ministro dell’Interno del governo Meloni Matteo Piantedosi ha cominciato la sua attività con un vivace coefficiente di interventismo. In una settimana ha bloccato una manifestazione all’università, ha mandato una direttiva alle navi ong attive nel Mediterraneo e ha ordinato lo sgombero di un rave a Modena – episodio quest’ultimo che ha catalizzato l’attenzione dei media negli ultimi giorni fornendo un assist d’oro al nuovo esecutivo per poter esprimere il proprio carattere. Pientedosi però non vuole essere chiamato prefetto di ferro. “Il mio modello di gestione della sicurezza è: fermezza e dialogo, lasciando l’uso della forza pubblica come opzione estrema per evitare rischi peggiori. È il mio modo di agire da sempre”, ha detto Pientedosi in un’intervista a Il Corriere della Sera.

Il caso del rave di Modena è stato risolto in poche. Lunedì il terreno e il capannone, di proprietà privata, sono stati sgomberati. Nessuno scontro, niente manganelli. I partecipanti hanno lasciato il posto in maniera pacifica. Sequestrato l’equivalente di 150mila euro di attrezzatura sonora, 14 persone accusate, 13 italiani e un olandese. A far discutere tuttavia è stata soprattutto l’introduzione da parte del governo del nuovo reato che punisce “l’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica” che sarà inserito nel codice penale all’articolo 434-bis e che prevede una pena da tre a sei anni di reclusione e una multa da mille a 10mila euro per chi “organizza o promuove” il raduno, sanzioni ridotte per i partecipanti.

Il testo spiega che il reato “consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Le opposizioni e gli osservatori critici hanno polemizzato con la nuova norma che rischierebbe di punire qualsiasi tipo di raduno, non soltanto i rave. “Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti – ha replicato Piantedosi – , in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento. In ogni caso la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo”. Il decreto legge dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni.

E su Predappio, dove come ogni anno in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma, nostalgici fascisti si sono riuniti in una sfilata in omaggio del duce Benito Mussolini, Piantedosi ha spiegato le ragioni del non intervento delle forze dell’ordine. “Si tratta di una manifestazione, una pagliacciata, che deploro nella maniera più assoluta. Si svolge da anni, senza incidenti e sotto il controllo delle Forze di polizia. È accaduto con analoghe modalità e numeri anche in anni in cui al governo vi erano personalità politiche che ora esprimono indignazione. Posso assicurare che le forze di polizia segnaleranno all’autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti”.

Sugli scontri della settimana scorsa alla Sapienza Piantedosi ha spiegato che “le forze di polizia sono intervenute per evitare il contatto rischioso tra gli organizzatori del convegno e i manifestanti” e che “pur di fronte alle spiacevoli immagini del contatto fisico tra poliziotti e manifestanti, non abbiamo avuto nessun ferito tra i manifestanti”. Sulla gestione di migranti torna al Viminale la linea dura: “Non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità. Al momento questi eventi rappresentano il 16% delle persone sbarcate in Italia. Ma poiché ci facciamo già carico del restante 84% dei migranti arrivati sulle nostre coste, con altri mezzi o salvati da noi, auspichiamo che la tanto sbandierata solidarietà europea si realizzi”. Per Piantedosi i flussi di migranti vanno gestiti dalle partenze, verificando “nei Paesi di origine e di transito chi può e deve arrivare, assicurando un trasferimento ordinato e un vero inserimento sociale”.