Evasione dagli arresti domiciliari. Pietro Genovese è stato rinviato a giudizio per aver infranto la misura cautelare alla quale era stato sottoposto dopo l’omicidio stradale del 2019 su Corso Francia, quando a bordo della sua auto travolse e uccise Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, fatto per il quale era stato già condannato in appello a cinque anni e quattro mesi.

La difesa: “I carabinieri non hanno atteso risposta”

I fatti risalgono al pomeriggio del 16 gennaio 2021, ore 17:50 quando durante il controllo dei carabinieri il ragazzo non venne trovato in casa. Allora la denuncia, ora il rinvio a giudizio. Secondo i suoi avvocati non ci sarebbe alcuna prova di evasione. “Le telecamere a circuito chiuso non hanno ripreso il ragazzo mentre esce di casa, non c’è prova del fatto che sia uscito”, hanno ribadito oggi in aula a Piazzale Clodio respingendo nettamente le accuse, sostenendo che i militari non avrebbero aspettato per almeno 15 minuti una risposta dal ragazzo, ma atteso soltanto due minuti e quaranta, senza nemmeno provare a chiamarlo al cellulare. Nella tesi difensiva potrebbe non aver sentito il citofono perché addormentato. La Procura ha però insistito nella richiesta di rinvio a giudizio, con rito ordinario, accolta dal giudice, andrà dunque a processo il 20 marzo per decisione del Tribunale di Roma.

Il commento della madre di Gaia von Freymann

“Ora vediamo cosa decideranno i giudici per questa evasione. Ah dimenticavo: il povero ragazzo vive serenamente a Londra già da un po’, così lì nessuno può riconoscerlo e chiamarlo “assassino” come a Roma è accaduto», aveva detto pochi mesi fa la madre di Gaia in un’intervista a Repubblica.

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