Ultimatum del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad Aspi, dopo che la Consulta ha giudicato legittima l’esclusione del gruppo Benetton dalla ricostruzione del nuovo ponte di Genova. “O arriva una proposta della controparte che è vantaggiosa per lo Stato oppure procediamo alla revoca della concessione, pur consapevoli che comporta insidie giuridiche”, avverte il premier in un’intervista alla Stampa.

Il termine entro cui deve essere presentata l’offerta è “entro questo fine settimana”, spiega il presidente del Consiglio. Oggi, probabilmente nel pomeriggio, si terrà invece l’incontro tra Aspi e il governo. Al Mit infatti si vedranno i capi di gabinetto per cercare di trovare un accordo sulla concessione, con Autostrade per l’Italia che dovrebbe presentare una controproposta che soddisfi l’esecutivo. In caso contrario, come annunciato dal premier Giuseppe Conte, si attiverà la procedura di revoca. Il dossier Autostrade ha subito una forte accelerazione dopo che ieri sera la Corte costituzionale ha giudicato non illegittima la decisione di escludere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi.

In Borsa il titolo Atlantia è stato sospeso per eccesso di ribasso, quando cedeva il 7,38% a 13,245 euro.

L’EX MINISTRO TONINELLI: “CON ME ASPI AVREBBE VISTO PONTE COL BINOCOLO” – Ma nella maggioranza non si placano le polemiche dopo la scelta confermata dal ministro De Micheli di confermare la gestione del nuovo Ponte di Genova ad Autostrade. “Se fossi ancora al ministero quelli di Aspi non l’avrebbero visto neanche col binocolo il nuovo ponte di Genova, perché sarebbe stato già concluso l’iter di revoca. Così come siamo stati in grado di vietare per legge di farglielo ricostruire, saremmo stati anche in grado per legge di evitare di riconsegnarglielo. Prima del dettaglio giuridico c’è l’indirizzo politico, perché se tu hai un indirizzo politico chiaro poi lo traduci in decreto. In questo la ministra De Micheli delude profondamente“, ha spiegato il senatore dei 5 Stelle Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, a Radio Cusano Campus.

“Questo dossier – ha aggiunto – va risolto bene, nell’interesse generale e prima della commemorazione del secondo anno della tragedia, altrimenti ci saranno problemi seri. È folle pensare che famiglie lobby come i Benetton abbiano questo potere, serve una legge contro il conflitto d’interessi e una legge che disciplini le attività lobbistiche. Se tu sei un grosso industriale non puoi avere partecipazioni in gruppi editoriali. Quando ero ministro venivo sputtanato quotidianamente per il fatto che stavo cercando di rimettere al centro l’interesse pubblico anziché quello privato delle lobby. Oggi mi chiedo come abbiamo potuto allearci con un personaggio squallido e volgare come Salvini. Più Salvini mi attaccava sulle infrastrutture più era chiaro che stava difendendo potentati come i Benetton”.

 

 

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