"Non cambiava mai, al massimo si adattava"
Quando Elisabetta “lavò i piatti” al picnic, il diario segreto e il dolore per lady Diana: “Come una ferita in un’armatura”
Il dolore per la morte di lady Diana affrontato allo stesso modo dei lutti della sorella e del marito Filippo. Il diario segreto che “non vedrete mai”, l’annus horribilis del 1992 e le passioni della regina che “trattava tutti allo stesso modo”. A rivelare tanti retroscena della vita quotidiana di Elisabetta II è il suo segretario e portavoce in carica, a partire dal 1988, per oltre un decennio.
In una intervista rilasciata a Antonello Guerrera su Repubblica, Richard Winston “Dickie” Arbiter, oggi 82enne, ricorda il suo primo incontro con la Queen, avvenuto nel luglio del 1988. Un battesimo meraviglioso perché “avevo appena iniziato e fui invitato a Balmoral (la residenza scozzese dove nelle scorse ore Elisabetta si è spenta all’età di 96 anni e dopo 70 anni di regno, ndr). Mi venne detto: ‘Preparati che tra mezz’ora andiamo a fare un picnic con la regina’. Wow. Aspettai. A un certo punto Elisabetta II spunta dal nulla. E mi fa: ‘Dai, saliamo in macchina!'”.
Una volta a bordo del Range Rover, è la regina a voler guidare. “Arriviamo al cottage di Balmoral, mangiamo qualcosa al volo, tra posate di plastica e contenitori Tupperware” poi “a un certo punto, sparecchio e mi appresto a lavare i piatti. Ma una voce mi fa: ‘No, aspetta! Era la regina Elisabetta, che mi disse: ‘Io lavo i piatti, tu li asciughi‘”.
L’ex segretario ricorda l’anno degli scandali, quello definito orribile dalla stessa Regina, nel 1992. Quando venne pubblicata la biografia di Diana, ci fu il divorzio della figlia Anna e quello del figlio Andrea con Sarah Ferguson. E un incendio al castello di Windsor. “Fu l’anno più difficile per lei, più degli ultimi con gli scandali di Andrea e la fuga di Harry e Meghan. E un’altra cosa più complicata fu gestire William e Harry dopo la morte di Diana. Ma ce la facemmo”.
Dopo la morte di lady Diana arrivarono molte critiche alla Regina sulla gestione del lutto. Elisabetta preferiva però lavare i panni sporchi in famiglia e non in pubblico perché “i reali, i Windsor, non devono mostrare emozioni o sentimenti, perché non vogliono essere interpretati. Per loro è come una ferita in un’armatura”.
“Con Diana – spiega Arbiter – si è comportata allo stesso modo di quando spirarono sua sorella, sua madre o persino Filippo”. Anche se per Filippo si emozionò anche in pubblico “perché lui è stato davvero l’unico uomo della sua vita. Nessun altro per lei è esistito in 73 anni. E lo stesso per Filippo, nonostante fosse un piacione”.
Arbiter elogia poi la stabilità, l’equilibrio e il pragmatismo di Elisabetta. “Qualcuno ha detto in passato “la regina è cambiata”. No. Elisabetta II non cambiava mai. Al massimo si adattava”. Infine ricorda le sue abitudini quotidiane: “Si svegliava, leggeva tutti i giornali, guardava la tv, si preparava per gli eventi. Amava portare a passeggio i cani corgie. E religiosamente si occupava delle ‘red boxes’ con i segreti di Stato”.
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