Una lunga attesa terminata giovedì 8 settembre, una data che resterà nella storia per la scomparsa della regina Elisabetta II. Il figlio primogenito Carlo sale al trono all’età di 73 anni, il più anziano nella storia del Regno Unito, dopo una vita trascorsa di fatto all’ombra di una madre amata dai suoi sudditi, protagonista assoluta del Novecento e non solo.

Una eredità indubbiamente complicata da gestire, anche perché i rapporti tra Carlo, da oggi Carlo III, e i suoi sudditi, non sono stati sempre idilliaci, anzi. Eppure, nonostante a più riprese sia emersa la ‘voglia’ del popolo britannico di saltare una generazione e portare al trono William, figlio di Carlo e Diana, il principio dinastico è rimasto intatto. I dati in ogni caso parlano chiaro: secondo un sondaggio fatto a marzo del 2021 dall’istituto britannico YouGov, il 77,5% delle persone intervistate in Scozia, Galles e Inghilterra apprezzava la figura della regina Elisabetta II, meno della metà approvava l’operato del figlio Carlo.

Dunque per Carlo III, principe del Galles, inizia il suo regno. Un erede “moderno” che, come scrive il Telegraph, “ha avuto una vita intera per pensare a come l’avrebbe affrontata”. Primo sovrano a frequentare la scuola e poi l’università invece delle lezioni private, è noto per le sue passioni che negli scorsi anni avevano attirato anche critiche: in particolare l’ambiente e l’agricoltura, due temi su cui Carlo aveva in realtà mostrato una lungimiranza da apprezzare visto il dibattito internazionale sul cambiamento climatico.

L’altra grande passione è la filantropia, re Carlo gestisce infatti circa 400 associazioni tra cui il Prince’s Trust, fondato nel 1976 e che nei decenni di attività ha raccolto milioni di euro allo scopo di aiutare giovani in difficoltà. Filantropia che però nel tempo ha provocato anche problemi e scandali, come quando fu scoperto che nel 2013 il re ottenne un milione di sterline da due fratellastri di Osama Bin Laden, destinati alle casse della Fondazione di beneficenza dell’allora principe di Galles.

Ma il colpo più duro alla reputazione di re Carlo III arriverà negli anni Novanta col divorzio dalla prima moglie Diana Spencer, la “principessa del popolo” amata dai sudditi ma diventata una vera e propria icona globale. Un matrimonio di fatto imposto dalla regina Elisabetta II ma che aveva vissuto pochi alti e molti bassi, in particolare per la relazione clandestina con Camilla Parker-Bowles, sua vecchia fiamma poi diventata sua moglie e ora regina consorte. Alla morte nel 1997 in un tragico incidente stradale a Parigi, sarà però lo stesso Carlo e l’allora premier Tony Blair a convincere la madre a celebrare la memoria di Diana, con cui i rapporti erano ormai nulli e l’astio reciproco.

Quanto al re Carlo che verrà, a Londra sono tutti convinti che il suo sarà un regno più ‘interventista’, per quanto possibile, sulla politica. Il Post riporta le parole al Telegraph di Penny Junor, ‘specialista’ che da anni si occupa della Famiglia Reale, secondo cui Carlo non si intrometterà nella politica in modo palese, ma “parlerà del tutto legittimamente con il suo primo ministro in un modo più ostinato di quanto abbia fatto sua madre”. Probabile che tra le ‘riforme’ che porterà avanti ci sarà quella del taglio dei costi della monarchia, anche come gesto nei confronti dei sudditi alle prese con una delle più gravi crisi economiche degli ultimi anni.

Commentatori che evidenziano anche come quello di Carlo, anche per l’età, sarà un regno breve, di transizione. Non è un caso se, secondo testimonianze di persone vicine alla Famiglia Reale, re Carlo da tempo lavora con la stretta collaborazione del figlio William, che viene dopo di lui nella linea di successione.

Un regno breve ma ricco di problemi da risolvere, a partire dai rapporti col figlio Harry e con la moglie Meghan Markle. La coppia ha preso di fatto le distanze dalla Famiglia Reale, con l’ex attrice che in alcune interviste ha anche criticato aspramente l’ambiente di Buckingham Palace. Quindi la delicata gestione delle vicende giudiziarie del fratello Andrea, accusato di essere stato complice di Jeffrey Epstein, il finanziere statunitense morto in carcere nel 2019 e responsabile di una rete di tratta di persone e di abusi sessuali.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia