Il confronto
Nuove licenze taxi a Roma e a Milano. La differenza di prezzo supera i 20mila euro
Nelle principali grandi città del Paese, soltanto tre comuni Milano, Roma e Bologna hanno già programmato un incremento delle licenze dei TAXI, con quest’ultima che sarà l’unica a sfruttare l’iter abbreviato del dl Asset varato dal governo l’estate scorsa in piena emergenza. Lo scenario gira attorno alle disposizioni del decreto: essendo il prezzo di vendita delle nuove licenze destinato ai ristori degli attuali conducenti, più basso è il costo delle nuove licenze, meno incasseranno i tassisti. È una delle principali differenze rispetto alla legge precedente, che consente al Comune di trattenere il 20% del ricavato da reinvestire nel settore. I tempi non saranno brevi, ma l’obiettivo resta quello di evitare i disagi della stagione più calda. Nel frattempo Roma e Milano stanno per chiudere i rispettivi bandi.
Roma, un bando atteso da 18 anni
A Roma il Comune stima in circa 70 mila euro il costo di ogni nuova licenza dei taxi (anche se il valore di mercato si aggira sui 127 mila euro). Seppur non ancora ufficiale, il bando dovrebbe essere lanciato ad inizio marzo, e consentirà di assegnare entro il Giubileo 1000 licenze per le auto bianche. Tempi non immediati: dalla pubblicazione all’assegnazione delle licenze, potrebbero passare tra i 6 e i 9 mesi (il periodo del Giubileo). L’ultimo concorso nella Capitale venne fatto da Veltroni nel 2006.
Proteste a Milano
A Milano, dove la stima richiederebbe almeno mille taxi in più appena due mesi fa la Giunta comunale aveva deliberato un nuovo bando per 450 nuovi auto bianche, con annesso incentivi per chi detiene auto adibite al trasporto di persone disabili o effettua servizio, per cinque anni, negli orari con maggior livello di domanda, in primis quelli serali. Il costo? 96.500 euro. Prezzo che si discosta notevolmente dalle indicazioni dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che nel calcolo del valore di vendita delle nuove licenze aveva suggerito alla giunta di piazza Scala di stabilirlo a 86.829 euro. La prima cifra, secondo la categoria, sarebbe comunque inferiore rispetto al valore di mercato e tra pochi giorni – come riportato da Repubblica – le associazioni e radiotaxi milanesi Satam, Tam, Unione Artigiani, radiotaxi 028585 e 024040, presenteranno ricorso al Tar contro la delibera del Comune.
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