Aveva 52 anni
“Quella è la mano di Iryna!”, la tragedia della donna riconosciuta dallo smalto sulle unghie a Bucha
Iryna era un’aspirante make up artist e blogger. Realizzava i suoi tutorial e poi postava online, sulle pagine social, i video. È morta nel massacro di Bucha, il sobborgo di 36mila abitanti a 37 chilometri nord-ovest di Kiev, dove lo scorso fine settimana dopo la ritirata dei russi è emersa una carneficina che ha sconvolto il mondo e che sta facendo molto discutere. è stata avanzata l’accusa di crimini di guerra per il presidente russo Vladimir Putin, già invocata. E l’Occidente si è affrettato a spingere per nuove sanzioni contro Mosca.
Corpi per strada, cadaveri ammassati nelle fosse comuni, alcuni con le mani legate come in esecuzioni. Quello che ha stupito e suggestionato nella tragedia di Iryna Filykina è stata la modalità del suo riconoscimento. Aveva 52 anni e una figlia adolescente, Olga. Il suo corpo è stato trovato nel sobborgo, a terra, riverso sull’asfalto, sul ciglio della strada accanto a una bicicletta. Il braccio che si allungava sul fianco e che mostrava le unghie rosso fuoco che spiccavano in mezzo alla polvere. Un fotoreporter sul posto ha scattato la foto della mano e l’ha diffuso tramite i social network.
Iryna sarebbe stata così riconosciuta da una truccatrice di Gostomel, altra cittadina a nord ovest di Kiev, proprio dalla mano. “L’ho individuata subito perché ho riconosciuto lo stile del suo manicure che lei mostrava nei suoi video”, ha dichiarato al New York Times Anastasiia Subacheva che era la sua insegnante di trucco. Iryna aveva seguito i suoi corsi fino al 23 febbraio, giorno prima dell’invasione annunciata dal presidente Putin come un’“operazione speciale” di “smilitarizzazione” e “denazificazione”.
La make up artist ha definito Iryna come una donna dalla grande “voglia di vita, forza, energia e gentilezza”. Ad Anastasiia aveva confessato la sua recente presa di coscienza: “Sono alla vecchiaia e finalmente ho capito la cosa più importante: devi amarti e vivere per te stessa! E finalmente vivrò come voglio! Quindi vivi ora come vuole la tua anima, non per un uomo, ma per te stessa!”.
La testimonianza della make up artist è stata citata anche dall’agenzia di stampa Unian. Iryna sarebbe stata uccisa lo scorso 5 marzo mentre tornava dal lavoro. La figlia la chiamava “Ira”. Olga, riporta Repubblica, ha deciso di lanciare una raccolta fondi in memoria della madre per aiutare i bambini “che continuano a soffrire in Ucraina come risultato delle atrocità e dei massacri delle nostre famiglie”. L’iniziativa della figlia conferisce al singolare riconoscimento una credibilità maggiore, sempre a rischio nelle notizie caotiche e a volte difficilmente verificabili che arrivano da fronti di guerra come nel caso ucraino.
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