Prima il corpo che si muove, poi quello che doveva essere un cadavere che si siede. E quindi il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov che accusa una “campagna organizzata” dall’Ucraina e respinge le accuse per il massacro di Bucha. “Le truppe hanno lasciato Bucha il 30 marzo, perché le immagini non sono state diffuse per quattro giorni?”. A smentire la versione di Mosca le immagini satellitari della società Maxar Technologies. A riportarle per prime la BBC e via via tutti i media internazionali.

Secondo quanto ricostruito dal New York Times dagli scatti si vedono i corpi nelle strade già “prima del ritiro delle truppe russe” dal sobborgo alle porte di Kiev. Dove dopo la ritirata dei russi sono tronati gli ucraini, in contro-offensiva sull’area, e hanno trovato cadaveri abbandonati per strada e buttati nelle fosse comuni, anche con le mani legate. Vere e proprie esecuzioni. Le immagini hanno sconvolto il mondo, forse un salto di qualità nell’orrore della guerra in Ucraina dopo le settimane di assedio, definito “medievale”, nella città portuale di Mariupol, il punto più alto di orrore finora raggiunto nel conflitto.

E quindi dalle immagini satellitari si vedono almeno undici cadaveri abbandonati per strada “risalenti all’11 marzo, quando le truppe russe avevano il controllo del centro”. Il Visual Investigations team del New York Times riporta che le persone uccise sarebbero state abbandonate in strada per più di tre settimane. “Le cause della morte non sono chiare – scrive il quotidiano americano – alcuni dei corpi erano accanto a quello che sembra essere un cratere da impatto, altri erano vicino ad auto abbandonate, tre dei corpi giacevano accanto alle bicilette, alcuni hanno le mani legate dietro la schiena con un panno bianco”.

Da uno scatto del 31 marzo appare poi una trincea lunga circa 14 metri scavata nel terreno della Chiesa di Sant’Andrea dove sono stati ammassati i cadaveri. Non è escluso che la carneficina sia stata premeditata in quanto gli scavi delle fosse sono partiti i primi di marzo. Gli attivisti di InformNapalm hanno ipotizzato che ha guidare la carneficina sia stato Omurbekov Azatybek Asanbekovich, comandante dell’unità militare 51460, 64esima brigata di fucilieri motorizzati. Il comandante fa parte dei buriati, la più grande minoranza etnica di origine mongola della Siberia. L’unità sarebbe partita da Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Khabarovsk, nell’estrema Russia orientale.

Il sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk, al Corriere della Sera, ha ribadito che “la città è stata tagliata fuori dal mondo per settimane. Solo quando l’hanno liberata abbiamo potuto vedere la realtà e renderci conto della dimensione dell’orrore. Appena ho visto e capito ho raccontato“. Il sindaco racconta delle persone “trucidate, torturate e portate in fosse comuni”. Sulle accuse delle immagini falsate: “Che vengano qui di persona a vedere di chi sono le armi, di chi sono le mani, da quanti giorni i corpi giacciono nelle strade.

Fedoruk ha descritto Bucha come “la vendetta dei russi sulla resistenza ucraina”. Al momento nel sobborgo mancano luce e gas. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto visita ieri al sobborgo e definito i russi “macellai”. Parlerà oggi alle Nazioni Unite. Per il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il presidente russo Vladimir Putin deve essere processato per crimini di guerra.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.