Non bastano la militanza, l’amicizia o la sana appartenenza politica. Serve anche essere bravi e piacere al pubblico. Questa lezione, ogni Governo che metta le mani sulla Rai fatica a impararla definitivamente. E l’avvio di stagione del palinsesto della nuova Rai, la conferma a pieno. È vero, siamo solo all’inizio, c’è tempo per migliorare le cose. Ma il segnale è già chiaro: i nuovi volti della Rai non piacciono. Perdono ascolti, dunque pubblicità. Testa di serie numero 1 nella casistica dei flop, Pino Insegno. Che da sempre si vanta pubblicamente di essere amico della premier Giorgia Meloni, e che secondo i maligni deve più a questo che non al merito, il fatto di esser tornato in auge in Rai. Dove, alla conduzione de ‘Il Mercante in fiera’ è sceso anche sotto il 2 per cento di share, senza peraltro mai superare il 3, se non il giorno dell’esordio. Difficile recuperare. Un flop non inatteso dagli addetti ai lavori, peraltro: programma vintage già flop su Mediaset diversi anni fa, con Pino Insegno non più molto in auge, non era atteso come un successone. Tanto che qualcuno azzarda l’ipotesi di una chiusura anticipata del programma, rimpiazzato da una serie tv per evitare perdite pubblicitarie.

Ora, il salvagente da affidare a Pino Insegno, da gennaio, sarebbe la conduzione de ‘L’Eredità’, preserale storico di Raiuno. Ci arriverà, dopo il flop su Raidue? E se sì, penalizzerà anche quello o ne beneficerà, rilanciando anche se stesso?
Non che vada meglio a Caterina Balivo, tornata sul luogo del delitto (con ‘La volta buona’ in onda dopo pranzo su Raiuno) dove era già stata con alterne fortune prima di lasciare a Serena Bortone che col suo ‘Oggi è un altro giorno’ invece veleggiava al 16%. La Balivo, in onda ogni giorno da oltre un mese con 21 tra autori e collaboratori ai testi, rimane inchiodata tra l’11 e il 12%, una delusione quotidiana. E la Bortone, che si è dovuta suo malgrado spostare su Raitre in una collocazione difficilissima (sabato e domenica a ora di cena) sta anche lei faticando, e patisce la concorrenza di Massimo Gramellini, nel frattempo riparato su La7, che con le sue “Parole” viaggia tra il 5 e 6% di share.

Non va meglio a un altro volto televisivo in odore di restaurazione: Max Giusti, che con “Fake Show” tre giorni fa si è fermato al 3,7%: poco, per un programma di prima serata di Raidue. Che non è certo una serata facile, ma è pur sempre la stessa in cui si cimenta con grande successo invece Francesca Fagnani con ‘Belve’, l’altro ieri oltre il 6%. Resistono invece, oltre la Fiction, che si conferma di grande successo, quelli che sono grandi classici: ‘Tale e quale’, ‘La Vita in diretta’ che da Rai 1 batte ogni giorno Myrta Merlino su Canale 5, e ‘Reazione a catena’. Raitre in particolare, a oggi, è un cocktail sballato, senza più alcuna identità (anche se questo era un preciso obiettivo della nuova dirigenza, che dopo aver cercato di portarvi addirittura un ‘destro’ come Nicola Porro, si appresta a mettere in acqua anche Nunzia De Girolamo con ‘Avanti Popolo’, che dal 10 ottobre partirà sulle ceneri di ‘Cartabianca’, con Bianca Berlinguer nel frattempo migrata a Rete4).
I conti veri si faranno a dicembre, quando gli investitori pubblicitari diranno la loro. Però i dati dicono che nell’ultima settima di settembre (domenica 24-sabato 30), nell’intera giornata le tre reti generaliste Rai hanno perso due punti, e in prime time quasi tre, rispetto alla stessa settimana dello scorso anno: 29,7 per cento contro il 32,4. E quella ad essere scesa di più, addirittura sotto il 20%, è Raiuno: la cassaforte della Rai. Occhio…

Signor Concierge

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