In attesa della presentazione ufficiale dei palinsesti, rimandata a luglio, la RAI fa i conti con la diarchia Sergio-Rossi. Gli accordi sono chiari: il ticket andrà avanti con l’attuale formazione per un anno. Poi Rossi assumerà l’incarico di amministratore delegato e Sergio si accontenterà di fare il direttore generale. Durerà il rapporto tra i due?

Difficile fare previsioni anche se l’indole democristiana dell’attuale AD lascia immaginare che il partito RAI – di cui Sergio è tra i principali esponenti – saprà digerire e ridimensionare le mire di Rossi. Che ha già dovuto fare i conti con due bruschi stop. Il primo riguarda Chiocci al TG1 che Rossi non voleva in nessun modo e che pare essere stato imposto direttamente da Palazzo Chigi con il consenso bipartisan anche dei grillini e del Terzo Polo.

Il secondo riguarda Incoronata Boccia, giornalista sarda per la quale il neo DG ha una grande passione professionale, che non prenderà il posto di Serena Bortone come qualcuno aveva immaginato. Quello che emerge in queste ore è innanzitutto la verità sulla chiusura del rapporto tra la Rai e i protetti di Beppe Caschetto, Fabio Fazio e Massimo Gramellini. Sergio avrebbe voluto mantenere Fazio in Rai ma non ha avuto modo di provarci perché Caschetto ha fatto di tutto per chiudere l’accordo con Discovery prima dell’avvento del nuovo AD.

Radio Viale Mazzini descrive la vicenda in modo semplice: Caschetto ha approcciato Fuortes chiedendogli un rinnovo quadriennale per la coppia Fazio Littizzetto. L’ex sovrintendente ha prima nicchiato e poi rilanciato su un accordo al massimo biennale. Difficile dare torto a Fuortes, almeno in questo caso: come poteva un AD in scadenza impegnarsi non solo oltre il suo mandato ma addirittura coprendo tutto il mandato del successore? Caschetto ha preso la palla al balzo e ha costruito con Discovery – dove ormai lui e gli assistiti del Fatto Quotidiano sono di casa – un contratto coi fiocchi: Fazio guadagnerà un milione in più all’anno. Ma la cosa straordinaria è che Caschetto ha tentato di replicare la stessa operazione che già lo aveva visto indiscusso vincitore della battaglia comunicativa nove anni fa con Floris per Ballarò. Avendo già chiuso l’accordo con La7, Floris fece di tutto per passare da vittima di una epurazione che in realtà non c’era mai stata: da Cairo Caschetto aveva strappato più soldi rispetto al contratto RAI.

Per Fazio il disegno del bravo manager emiliano romagnolo era lo stesso: facciamo passare Fabio da vittima. Chi ha aiutato inconsapevolmente questo progetto? Matteo Salvini. Fino all’intervento del Vicepremier infatti era chiaro che Fazio e Littizzetto avevano scelto di andarsene, senza che nessuno – meno che mai Sergio – avesse neanche pensato di cacciarli. Salvini ha deciso però di metterci il cappello, per esaltare la propria curva di tifosi che mai hanno sopportato Fazio.

E quel “Belli Ciao” è stata la salvezza per Caschetto: Fazio e Littizzetto potranno adesso raccontare di essere vittime della politica quando in realtà se ne sono andati per ragioni economiche. Gramellini si ricongiunge al suo editore anche in TV mentre per Annunziata è pronto un posto di capolista nel PD di Schlein alle europee: rimane da capire se correrà al centro – dove Gentiloni immagina di essere il numero uno della lista – o più probabilmente al Sud dove non correrà tra gli altri Cozzolino azzoppato dal presunto scandalo Qatargate.

Monica Maggioni prenderà il posto di Lucia Annunziata: la Merlino, che avrebbe volentieri occupato quello spazio, sembra destinata a lasciare La7 per Mediaset e non per la Rai. Il confermatissimo Porro prenderà il posto di Barbara Palombelli che rimarrà nella conduzione di Forum ma lascia Stasera Italia. Pare – peraltro – che la scorsa settimana la Palombelli abbia dovuto accettare il diktat dell’azienda e non invitare Bisignani dopo le polemiche sulle intercettazioni dei servizi segreti di cui ha dato conto Il Riformista. Porro manterrà anche lo spazio in prima serata del lunedì dove non se la vedrà più con Report che dovrebbe essere spostato alla domenica al posto di Fazio mantenendo la conduzione di Sigfrido Ranucci che pare essere ben saldo (pare) nonostante le polemiche dei mesi scorsi.

Nel grande mercato dei conduttori rimane il dubbio sul perché Massimo Giletti non trovi casa, almeno per il momento. C’è chi dice che il suo rapporto con Cairo potrebbe essere agevolmente recuperato una volta chiarita la tensione con il mondo Mediaset e soprattutto con l’entourage di Silvio Berlusconi. E chi invece sussurra di un suo approdo in Rai se non a settembre, almeno a gennaio.

In pochi hanno notato una cattiveria dell’editore che è stato più belva dell’intervistatrice Francesca Fagnani a Dogliani. Il patron del Torino infatti ha parlato a lungo di Giletti entrando nel merito di alcune scelte editoriali, compresa quella di spostare la trasmissione al mercoledì e poi riportarla alla domenica. Ma agli occhi più maliziosi non è sfuggita la frase di Cairo quando facendo riferimento a un colloquio del gennaio 2023 sostiene di aver parlato a Giletti e “al suo manager o amico Gianmarco Mazzi” di varie ipotesi per il futuro.

Dunque Cairo già a gennaio discuteva del futuro con Giletti e Mazzi. Ma Mazzi non è un manager qualsiasi, né un amico qualsiasi: da novembre è sottosegretario di stato ai Beni Culturali. Che significa? Che non aveva alcun titolo a parlare del futuro del suo ex protetto Giletti perché in una condizione di incompatibilità prevista dalla legge o comunque in una situazione di inopportunità plateale: può un sottosegretario parlare con un editore e un artista del palinsesto e del contratto tra l’uno e l’altro? La dichiarazione di Cairo è passata inosservata ma è in realtà un siluro al sottosegretario alla Cultura che potrebbe nei prossimi giorni essere chiamato a rispondere in Parlamento a una interrogazione sulla natura del suo ruolo e sulla opportunità di assistere il proprio ex artista avendo oggi un incarico diverso, quello di membro del Governo. Chi vivrà vedrà…

Signor Concierge

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