Nella Regione penultima in Italia per somministrazione della doppia dose di vaccino agli over 80, Andrea Scanzi riesce a farsi inoculare la prima dose. A raccontarlo è stato lo stesso giornalista toscano del Fatto Quotidiano su Facebook, che in un post sui social ha spiegato di essere riuscito ad entrare nella lista dei cosiddetti “panchinari” o “riservisti”.

A spiegare cosa è accaduto è lo stesso Scanzi, 47 anni, che scrive ai suoi followers di aver fatto venerdì 19 marzo il vaccino di AstraZeneca “nel pieno rispetto delle regole” essendo figlio unico di due genitori  fragili e dunque potendo essere considerato un “caregiver”.

Un procedimento “regolare, tutto alla luce del sole. Con buona pace di qualche imbecille (compreso qualche finto amico e pseudo-politico) che ha provato a fare polemica”, ha polemizzato Scanzi.

Dubbi però condivisibili, visto che effettivamente in Toscana non esisteva una vera e propria lista dei “panchinari”, con il percorso pubblico della Asl Toscana sud est venuto a galla sabato, a seguito delle polemiche nate dal post di Scanzi. Ad ammetterlo è lo stesso giornalista del Fatto, che sottolinea come la lista dei panchinari esisteva anche prima dell’ordinanza di Figliuolo, “ma che era meramente verbale. Per meglio dire, tu lo dicevi al tuo medico di base che, se ti reputava idoneo, segnalava il tuo nome al responsabile del piano vaccinale”.

Le accuse nei confronti di Scanzi tra i commenti non sono mancate: “Ho chiamato oggi il numero verde e l’operatore mi ha detto che non esiste attualmente nessuna lista per la somministrazione delle dosi che andrebbero buttate e che attualmente chiamano solo quelli che hanno in lista di prenotazione a seconda dell’età e delle patologi”, scrive un utente. Altri invece ricordano invece la parole pronunciate ad inizio pandemia da Scanzi, che si riferiva così al Coronavirus: “Non è  una malattia mortale porca di una puttana troia ladra”.

Ma che vi sia il rischio che Scanzi abbia effettivamente saltato la fila lo ammette la stessa Asl, che secondo Il Tirreno ha aperto un’inchiesta interna per capire se il giornalista e scrittore aretino non abbia ricevuto una dose che poteva essere destinata a qualcun altro. “Stiamo facendo alcune indagini – spiega al Tirreno Simona Dei, direttrice sanitaria – per capire se davvero ne avesse diritto“.

Sempre Il Tirreno specifica che la Regione ha chiarito all’Asl che Scanzi “non risulta fra i 18.822 caregiver indicati dai 70.801 fragilissimi che si sono registrati sul portale in questi giorni”. Avendo po la Asl sud est annunciato solo ieri di aver aperto elenchi dei “panchinari”, resta il dubbio su come Scanzi sia riuscito a vaccinarsi: il giornalista è andato fra i box di Arezzo Fiere senza essere stato avvertito?

IL ‘CHIARIMENTO’ DELL’ASL AREZZO – Nella serata di domenica un primo chiarimento sulla vicenda è arrivato da Evaristo Giglio, direttore dell’Asl di Arezzo, intervenuto nel corso della trasmissione di La7 Non è l’Arena. Secondo Giglio, che conferma in questo la versione del giornalista del Fatto, “prima di fare una prenotazione online, cosa su cui la regione sta lavorando, la mia Azienda Sanitaria ha fatto in modo tale da avere una lista cartacea di persone che o erano state chiamate e poi non erano state vaccinate perché non potevano, o altri tipi di persone, come disabili, insegnanti che avevano saltato il turno”.

Quanto a Scanzi e al suo rientrare in questa lista, Giglio ha sottolineato che il giornalista “mi venne segnalato verso il 20 febbraio dal medico curante che mi ha chiesto di farlo rientrare nelle riserve. Quando ho chiesto a che titolo mi è stato detto che lui ha due genitori fragili, ovvero che hanno delle patologie che sono ascrivibili alle classi delle patologie vulnerabili. Quindi Scanzi rientra in questa categoria, presente anche nella prenotazione online. Scanzi è passato in coda a questa lista e quando le persone che avevano più urgenze sono state vaccinate è toccato a lui”.

 

 

 

 

 

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.