Il marito Matteo Groppi ha raccontato: "Si può vivere felici anche nella malattia"
Scopre di aspettare una figlia e un tumore nello stesso giorno: la tragedia di Elisabetta Socci, morta a 36 anni
Elisabetta Socci e Matteo Grotti si erano sposati nel settembre del 2018, una coppia giovane, tutta la vita davanti, il sogno e il progetto di una famiglia. Lei a 36 anni è morta, lui a 35 anni è rimasto a crescere da solo la figlia che aveva avuto con la moglie, orfana della madre ad appena dieci mesi. Socci aveva scoperto di essere malata lo stesso giorno di essere incinta. È una storia tragica e forte, che ha fatto il giro dei media, e in cui il sentimento e il bene non cedono al dramma, quella che arriva da Ravenna e che è stata raccontata dallo stesso Grotti a Ravenna Today.
Grotti ha 35 anni, è originario di Rontagnano, piccola frazione di Sogliano al Rubicone, nel cesenate, e risiede a San Zaccaria. Aveva conosciuto Elisabetta nel 2015, al matrimonio di un amico in comune. Si erano scambiati i numeri di telefono e avevano cominciato a frequentarsi. Dopo un anno e mezzo la convivenza, poi il matrimonio. Lei lavorava come architetto a Cervia, lui da magazziniere a Pievesestina. Elisabetta, il giorno del suo compleanno nel 2021, scoprì un nodulo al seno. Per la biopsia un tumore maligno. “Ci è caduto il mondo addosso. In ospedale a Forlì le hanno prescritto alcuni esami e le hanno detto di fare prima un test di gravidanza per accertarsi che non fosse incinta. Figurati, ci avevamo provato per due anni …”. E invece il test di gravidanza era inequivocabile.
Una notizia straordinaria in un momento tragico, un mix di emozioni irresistibile quella notizia. “Non ha mai vacillato un attimo, era convinta che la gravidanza fosse la luce in questo periodo di tenebre e, nonostante tutto, ha scelto di portarla a termine e di curarsi, seppur parzialmente, con terapie che non danneggiassero una creatura così intensamente desiderata. Prima dell’operazione ci hanno fatto vedere la bambina, anche se essendo a una settimana di gravidanza era appena un puntino, perché ci hanno detto che c’era la possibilità di perderla. E invece così non è stato. I medici sono stati bravissimi a trovare una soluzione per operare mia moglie salvando al contempo nostra figlia”, ha raccontato ancora Grotti.
Dopo appena due mesi un altro nodulo, la chemioterapia, a otto mesi il parto, a nove la mastectomia totale. Il tumore però si era esteso al fegato. Dopo un anno e cinque mesi dalla prima diagnosi Elisabetta Socci è morta: se n’è andata riuscendo comunque a godersi la parte bella di quel momento drammatico che la vita le aveva messo davanti. “Combattete come ha fatto Elisa – ha detto il marito – Si può vivere felici anche nella malattia, provando ogni tanto a dimenticarsela, a stare bene e a fare cose normali. Pensare ‘forse questa cosa non potrò farla domani, e allora facciamola oggi’. La malattia non deve impedirvi di vivere, è una prova durissima da superare ma è anche una spinta a conoscere una parte di noi che non conoscevamo. Provate a vedere le cose come le vedeva Elisa, sempre con il sorriso, sempre con l’idea che finché si è insieme la malattia non spaventa, sempre con l’idea che il domani migliore non va cercato nel futuro, ma vissuto nel presente – e vi giuro che noi lo abbiamo vissuto, anche con la malattia”.
Al funerale della 36enne la famiglia ha raccolto donazioni da devolvere all’asilo San Zaccara. Grotti oggi cresce la figlia Cecilia con l’aiuto della famiglia e il sostegno degli amici. “Non è tanto la gestione di Cecilia che è difficile, ma il non avere al mio fianco quel supporto, l’altro pilastro che teneva su la capanna. Per quanto tutti possano aiutarmi, e lo fanno davvero tanto, mi sento davvero solo a volte: Elisa mi manca tantissimo, tutti i giorni. Sto cercando di mettercela tutta, ma a volte non riesco a farmene una ragione. A 35 anni non bisognerebbe mai vedere la morte della propria moglie, crescere una figlia da soli e sapere che non potrà mai davvero sentire l’affetto di sua madre”.
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