“Io sto bene. Non ho riportato nessuna ferita grave. Ma provo rabbia, tantissima rabbia”. Gianmarco Vitagliano si sfoga su Facebook e racconta il grave episodio di venerdì sera in cui è stato pestato a sangue da un gruppo di balordi durante una serata qualunque tra amici a piazza Bellini. “Picchiato con pugni in faccia e ginocchiate allo stomaco per motivi futili mentre ero con gli amici a passeggiare tra Mezzocannone e piazza Bellini. Tra gli insulti mi ricordo anche un frocio”, racconta.

Gianmarco ha 23 anni, è rappresentante degli studenti all’Università L’Orientale di Napoli ed è dichiaratamente gay da quando aveva 19 anni. Affida a Facebook il racconto di quanto accaduto durante quella serata. Erano le 19 circa quando con il fratello Jonathan e un gruppo di amici stava chiacchierando su via Mezzocannone. “Un uomo su una quarantina, pelato, bianco, alto il doppio di ognuno di noi, assieme alla moglie ed al figlio di quattro anni, con fare aggressivo, arrogante e camorristico, si avvicina a noi: ‘Ma p passà aggià vulà? N’agg capit! Facit passà, ja!’ (Per passare devo volare? Non ho capito!Fatemi passare, ndr) – racconta Gianmarco – Io rispondo, cercando di contenere la rabbia per quell’atteggiamento prevaricante. ‘Basta chiedere permesso comunque!’, affermo”.

“Di tutta risposta – continua il racconto –  l’uomo alto ferito nel suo orgoglio e nella sua dignità in quanto padre di famiglia, inizia ad alterarsi e ad offendermi. Mi ricordo un ‘frocio’ messo a caso, come se la mia identità potesse essere in qualche modo lesa”. Poi l’uomo si è allontanato e circa mezz’ora dopo è tornato a cercarlo in un locale in piazza Bellini. “Veniamo accerchiati da un gruppo di ragazzi, quasi una decina di loro – continua il racconto –  Uno di loro mi prende per il collo, mi stringe. Io gli intimo di lasciarmi. Mi arrivano tre pugni in faccia, tra il naso ed il muso, ed una ginocchiata. Inizio a sanguinare. Vengo soccorso, portato dentro il locale”.

Il gruppo di aggressori ha colpito anche il fratello Jonathan che l’uomo calvo aveva accusato di averci provato con la moglie. L’Esercito ha allontanato il gruppo di aggressori che avevano dichiarato di essere stati provocati da Gianmarco e dai suoi amici. “Io sto bene, ma sono arrabbiato – ha scritto Gianmarco – Oggi ho avuto l’ennesima prova di come il vuoto istituzionale, quello che ha ucciso Willy e Maria Paola la scorsa settimana, quello che è reso ancora più forte dall’odio che la classe politica dirigente fatta da personaggi come Salvini o la Meloni, sia un problema”.

“Sono dichiaratamente omosessuale da quando avevo 19 anni, ed eccetto una sola volta non sono mai stato offeso per la mia natura, quella che mi caratterizza, che mi permette di vivere l’amore con una enorme sincerità, con tutto me stesso, perché essere libero è ciò che per me conta.  Nonostante ciò, io continuo a lottare. Non ho paura, o comunque la provo nei limiti: non sono intimorito. La lotta fa parte di me da sempre, e non mi arrenderò di certo ora. Sono arrabbiato, ma non mi farò mangiare dalla rabbia. Provo odio per questa società ingiusta, ma è odio mosso da amore. E nulla ci vieterà di perdere la speranza. Io sto bene, sono arrabbiato, ma lotto, spero. Questo sono io, e sono fiero di esserlo”.

Avatar photo

Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.