Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha conti corrente in tre Paesi stranieri tra cui la Cina, oltre a Gran Bretagna e Irlanda. Lo riferisce il New York Times, facendo riferimento a un’analisi della dichiarazione dei redditi del magnate. In particolare, il conto cinese è controllato dalla Trump International Hotels Management Llc, che ha pagato 188.561 dollari di in tasse in Cina tra il 2013 e il 2015.

L’esistenza del conto cinese non era mai emersa prima d’ora e si sta rivelando un boomerang per il presidente, che da anni critica le decisioni in materia finanziaria ed economica della Cina, aprendo una “guerra commerciale” con Pechino. Un avvocato del tycoon ha riferito al giornale che il conto corrente era stato aperto perché la società di Trump stava valutando all’epoca dei fatti dei potenziali affari immobiliare in Asia per la costruzione di nuovi hotel, affari mai realizzati.

La rivelazione arriva a due settimane dalle elezioni presidenziali, mentre Trump e i suoi alleati cercano di dipingere il candidato democratico, Joe Biden, come ‘morbido’, nei confronti della Cina, facendo anche riferimento agli affari del figlio, Hunter, con Pechino.

Lo ‘scandalo’ sui conti cinesi di Trump arriva anche in seguito all’inchiesta, sempre del New York Times, sulle dichiarazioni dei redditi del presidente, che in 10 degli ultimi 15 anni non ha pagato alcuna tassa sul reddito grazie a ‘trucchi contabili’, in particolare alle perdite riportate nelle dichiarazioni fiscali dalla Trump Organization.

TRUMP, IL CORONAVIRUS E LE BIG TECH – Ma Trump è impegnato soprattutto nella campagna elettorale, alla rincorsa dei sondaggi che danno Biden ampiamente avanti nelle intenzioni di voto. Nell’ultimo comizio tenuto all’aeroporto di Erie in Pennsylvania, il presidente ha rivendicato che il governo “”sta schiacciando il virus” e “guardate i nostri numeri, rispetto a quelli dell’Europa, abbiamo avuto la migliore ripresa di qualsiasi Paese”. Durante il discorso, durato più di 50 minuti, l’inquilino della Casa Bianca ha affermato che la pandemia “sta finendo”.

Non solo. Il presidente ha sottolineato di correre non solo contro Biden, ma anche contro “i media corrotti, i giganti della tecnologia, la palude di Washington. E il Partito democratico è una parte di tutti loro. Loro inondano le comunità di criminali stranieri, droga e criminalità, mentre vivono dietro bellissimi complessi recintati”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia