Esteri
Trump, Putin e la presa in giro che riapre l’escalation a peso d’oro: in Ucraina sarà la Nato a pagare la santabarbara americana
La Nato pagherà a prezzo pieno la santabarbara fornita dagli Usa e la rivenderà all’Ucraina che sarà così in grado di colpire anche le basi all’interno della Russia Il Presidente americano confida in una chiamata a Macron: “Putin vuole tutto”
Donald Trump concede alla Russia 50 giorni di tempo per dimostrare con i fatti la fine dell’aggressione all’Ucraina, pena un inasprimento delle sanzioni contro la Russia. Ma non si tratta soltanto di sanzioni economiche perché si assiste a una escalation miliare visto che Trump venderà alla Nato, a prezzo pieno, le armi di difesa e offesa con cui l’Ucraina dovrebbe resistere alla spallata di Putin. Macron, che ha parlato con Putin, ha confermato la linea russa e Trump ha risposto con un ultimatum che promette sanzioni sufficienti per mettere in ginocchio l’economia russa e bloccarne l’avanzata militare.
Una nuova guerra fredda è dunque in atto. Tutto è cambiato da quando Trump ha dichiarato di voler impedire la vittoria militare a Putin, usando la Nato come intermediaria nella consegna dei missili Patriot. La Nato pagherà a prezzo pieno le armi fornite dagli Stati Uniti e le rivenderà all’Ucraina che sarà così in grado di colpire anche le basi all’interno del territorio russo. Le due posizioni si possono riassumere così: la Russia non tratterà e persegue la vittoria militare; e gli Stati Uniti, con l’Europa e la Nato, si impegnano a negare la vittoria alla Russia. Così restando le cose, una delle due parti prevarrà mentre l’altra sarà sconfitta, il che significa che tutti i gradi del conflitto, compreso quello militare, sono già in campo. Fino alla scorsa notte i russi hanno aumentato l’intensità e la violenza dei bombardamenti sull’Ucraina usando droni e missili della Corea del Nord in quantità tale da saturare le capacità della contraerea di Kyiv. E ieri stesso Putin ha detto al Presidente francese Emmanuel Macron che non mollerà di un centimetro sull’Ucraina. Trump incassa una sconfitta politica essendo costretto a seguire quella del suo odiato predecessore Joe Biden. I Paesi della Nato (guidata dal suo bellicoso Segretario generale Rutte) sono consapevoli dell’escalation già in atto, e ieri stesso Andry Yermak, consigliere militare di Zelensky, ha ricevuto l’inviato personale di Trump, Keith Kellogg, per mettere a punto piani militari e dislocamento delle nuove armi.
Un primo passo concreto sulla nuova linea americana l’ha già fatto la Germania ordinando negli USA due sistemi Patriot per trasferirli subito a Kiev. Il portavoce del Cremlino fatto sapere che la Russia è in grado di bombardare ogni mese l’Ucraina con 5000 droni e missili ottenuti dai coreani per saturare le difese contraeree. Il processo di rottura personale fra Trump e Putin è cominciato quando Trump ha dubitato della reale disponibilità di Putin per un cessate il fuoco e per le trattative di pace: “Mi ha preso in giro per mesi usando sempre parole soavi che alla prova dei fatti non significavano niente: erano tutte stronzate – ‘bullshit’, testualmente – e mi sono reso conto di essere stato sempre preso in giro”. E Putin lo ha confermato con un crescendo ti attacchi su Kiev e Odessa con missili e droni forniti dalla Corea. La Russia sta anche arruolando migliaia di lavoratori africani da impiegare nelle infrastrutture militari.
Questo è dunque il nuovo scenario: Trump venderà ai paesi della NATO (a prezzo pieno) i costosissimi Patriot le cui scorte sono in veloce ricostituzione e saranno poi i paesi della NATO a rifornire l’Ucraina lasciando fuori gli Stati Uniti. Questa vorticosa escalation è partita da quando Putin ha detto apertamente, l’ultima volta a Macron, di voler vincere la guerra ottenendo dall’Ucraina tutto ciò che vuole. La Russia non molla finché non avrà ottenuto l’annessione completa delle cinque province russofone e la smilitarizzazione dell’intera Ucraina in uno stato di vassallaggio simile a quello della Bielorussia del presidente Lukashenko.
Trump per due settimane ha tempestato Putin di messaggi in cui intima di non fare mosse sbagliate: “Tu mi conosci Vladimir: se tu facessi l’errore di provocarci riceveresti una lezione che ti annichilerebbe”. In un altro messaggio Trump ha minacciato di bombardare Mosca e di polverizzare il Cremlino. Il portavoce di Putin, Dimitri Peskov, uomo che non ama le enfasi, ha risposto che ad ogni azione aggressiva il suo paese risponderà nel modo appropriato.
Trump ieri ha anche minacciato di imporre sanzioni del 500 per cento a tutte le nazioni che comperano petrolio russo sul mercato nero. Anche se Trump ci ha abituato a una altalena di atteggiamenti scioccanti, sembra che ieri, 14 luglio del 2025, abbia chiarito che lo stato dei rapporti tra Stati Uniti e Russia sia arrivato ad un punto di non ritorno mentre anche il contesto internazionale si aggrava: l’Azerbaijan, Repubblica ex sovietica, è entrata in conflitto con Mosca per l’abbattimento di un aereo civile e per vecchi disaccordi commerciali. Il presidente turco Erdogan che è molto impegnato anche nella regione caucasica ha subito incontrato il presidente azerbaigiano per stipulare un accordo antirusso, mentre anche l’Armenia ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di appoggiare l’aggressione russa in Ucraina.
© Riproduzione riservata







