La Camera dei rappresentanti americana ha dato il via libera alla messa in stato d’accusa del presidente uscente Donald Trump per “incitamento all’insurrezione” dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, ad opera dei sostenitori del magnate. Il repubblicano è il primo presidente in assoluto a essere sottoposto all’impeachment per due volte nel corso del suo mandato. La mozione è passata con 232 voti a favore, tra cui quelli di dieci membri del Grand Old Party.

Ora il testo dovrà passare alla Camera alta, dove per l’approvazione serve il via libera dei 2/3 dei componenti. Il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell, ha riferito che non convocherà una sessione di emergenza. Questo ritarderà la discussione che i dem volevano accelerare per evitare di rallentare i lavori dell’amministrazione Biden nei primi giorni dall’insediamento, previsto per il 20 gennaio. Dopo il via libera dei rappresentati sulle regole del dibattito, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha aperto la discussione definendo Trump un “pericolo evidente per la nazione che amiamo”. “Sappiamo che il presidente degli Stati Uniti ha incitato questa insurrezione, questa ribellione armata contro il nostro Paese. Deve andare via”, ha detto la presidente, che è uscita a ringraziare i membri della Guardia nazionale schierati per difendere Capitol Hill.

Il comportamento tenuto da Trump prima e durante l’assalto al Campidoglio ha diviso il partito repubblicano, tra chi vorrebbe le dimissioni del presidente uscente e chi gli è rimasto fedele. Secondo quanto riferito dal New York Times, McConnell avrebbe definito la messa in stato d’accusa fondata e si sarebbe rallegrato della mossa dei dem che consentirà al Grand Old Party di espellere il magnate più facilmente. Il leader della maggioranza ha detto ai colleghi di non aver ancora deciso come voterà. Il senatore Lindsey Graham, che negli ultimi giorni aveva preso le distanze da Trump, ha invece esortato i colleghi di partito a opporsi all’impeachment, considerato un “danno” per il Paese.

La procedura d’impeachment, che se approvata impedirebbe a Trump di ricandidarsi nel 2024, ha preso il via dopo il rifiuto del vicepresidente Mike Pence di utilizzare il 25esimo emendamento per rimuovere il magnate dall’incarico prima della scadenza del suo mandato. Pence lo ha annunciato in una lettera scritta a Pelosi dove ha spiegato di voler evitare di applicare misure che potrebbero dividere il Paese.

La condotta sull’assalto del Campidoglio ha portato a Trump problemi non solo politici ma anche economici. Il sindaco di New York Bill de Blasio ha annunciato che verranno interrotti tutti i contratti che la città ha con la Trump Organization. Intanto continua la scia di sangue provocata dall’attacco a Capitol Hill. Una delle persone accusata dei disordini, Christopher Stanton, è stato ritrovato morto. Il medico legale che ha eseguito l’autopsia ha stabilito che si è trattato di un suicidio.

È stato invece arrestato l’uomo che durante l’assalto indossava la maglia con la scritta ‘Camp Auschwitz’. L’ondata di violenza del 6 gennaio ha scatenato timori di nuovi tumulti durante l’inaugurazione di Biden. Per ridurre il rischio di incitamento all’odio Google ha deciso di bloccare gli spot politici fino al 21 gennaio, mentre YouTube ha sospeso per 7 giorni il canale di Trump. Airbnb ha inoltre annullato e bloccato le prenotazioni a Washington, dove secondo l’Fbi proteste di sostenitori di Trump potrebbero iniziare già il 16 gennaio. Secondo Cnn oltre 20mila uomini della Guardia nazionale verranno schierati nella capitale per garantire la sicurezza durante il giuramento di Biden ed evitare gli errori della scorsa settimana.

Redazione

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