Quando i vigili del fuoco hanno sfondato la porta per entrare nell’appartamento di Vittorio Carità nei Quartieri Spagnoli, lo hanno trovato riverso sul pavimento del salotto, in una pozza di sangue. Qualcuno dei suoi amici li aveva allertati perché Vittorio non rispondeva al telefono. Poi la tragica scoperta della morte di colui che in tanti definiscono “l’ultimo dandy napoletano”.

Poco dopo in quella casa sono arrivati anche gli agenti della Questura. Tutto sembrava in ordine: nessun segno di effrazione, nessuna traccia di violenza e a un primo sguardo non sembrava mancasse nulla da far pensare a una tentata rapina finita in tragedia. Si è subito pensato a un malore fatale. Poi però l’attenzione degli investigatori si è concentrata su un piccolo dettaglio: secondo quanto riportato dal Mattino, accanto al corpo riverso c’era una siringa. Così sono partite le indagini per capire cosa sia successo a Carità.

Una circostanza, quella del ritrovamento della siringa, che non deve portare a conclusioni affrettate. È noto anche dai profili Facebook che Carità soprattutto nell’ultimo periodo stesse vivendo un brutto momento di travaglio emotivo. Tuttavia gli investigatori al momento non escludono alcuna pista, dal suicidio all’aggressione. Solo l’esame autoptico sul corpo del 59enne potrà dare qualche risposta in più. Così si potranno conoscere le reali cause della morte del dandy napoletano, eclettico e tormentato.

Se l’autopsia dovesse confermare l’ipotesi del malore improvviso, il fascicolo si chiuderà. Se invece dovesse emergere una connessione con l’assunzione di sostanze stupefacenti che possano essere state letali per Carità, allora si procederà a cercare persone che potrebbero aver avuto un ruolo per quella drammatica morte che ha scosso tutta Napoli. Gli investigatori stanno anche esaminando il telefono cellulare ed alcuni documenti della vittima, come riportato dal Mattino.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.