Il protettore della famiglia composta “da una mamma e da un papà”, delle radici cristiane dell’Europa (e dell’Italia), vuole separare le famiglie afghane in fuga dal Paese ricaduto, a 20 anni dall’invasione delle truppe occidentali, nuovamente tra le mani dei talebani.

È il Salvini-pensiero espresso in un tweet dal leader della Lega, che scrive di corridoi umanitari ma solo “per donne e bambini in pericolo”. Dall’ex ministro dell’Interno infatti “porte aperte per migliaia di uomini, fra cui potenziali terroristi, assolutamente no”.

Un ragionamento che non trova un barlume di logicità: l’assunto che ogni uomo afghano sia infatti un potenziale terrorista non trova fondamento. Paradossalmente potrebbe essere vero il contrario, ovvero che le donne che Salvini vorrebbe ospitare in Italia siano in realtà possibili combattenti della jihad. Da ex ministro dell’Interno Salvini dimentica i numerosi casi, purtroppo, di bambini o donne kamikaze che si sono fatti saltare in aria per attaccare i contingenti militari occidentali.

Parole, quelle di Salvini, che rientrano nel dibattito politico in atto in Italia sulla crisi che sta colpendo l’Afghanistan. Il premier Mario Draghi, intervistato martedì sera dal Tg1, ha tracciato i due capisaldi dell’azione italiana sul tema: accoglienza e sicurezza. Su questi punti il presidente del Consiglio assicura che l’Europa “sarà all’altezza”. A tal proposito Draghi ha avuto un colloquio con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. “Abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo. Siamo tutti consapevoli che sia assolutamente necessaria”, ha spiegato Draghi al Tg1.

La linea di Salvini è bocciata quindi dal segretario del Pd Enrico Letta: “Le dichiarazioni di Salvini che ho letto oggi sono totalmente inaccettabili, sull’idea di dire: ‘gli afghani? giusto quei dieci che hanno collaborato con gli italiani, poi non li vogliamo gli altri. Se questa fosse la linea, ma non sarà quella, le parole del presidente Draghi sono state diverse”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia