Il nuovo anno inizia a Napoli nel sangue. Salvatore Capone, 43 anni, è stato raggiunto da tre colpi di arma da fuoco nel Rione Lauro a Fuorigrotta. Per lui è stato inutile ogni soccorso, è morto sul colpo durante i festeggiamenti della notte di Capodanno.

Secondo quanto riferito dalla Questura, tutto si è consumato intorno alle 3 di notte. Salvatore Capone, con diversi precedenti, era in via Leopardi a pochi passi da casa sua. All’improvviso è stato raggiunto da colpi di pistola al viso che lo hanno ferito mortalmente. Nelle vicinanze del luogo dell’agguato sono stati trovati tre bossoli. Indagini sono in corso da parte del commissariato di polizia San Paolo.

Secondo la ricostruzione dell’Agi, Salvatore Capone, 42 anni, era la scorta armata dei boss del rione Lauro, raccordo criminale tra Fuorigrotta, Bagnoli e i Licciardi di Secondigliano. L’uomo ucciso questa notte a Napoli era vicino al gruppo Cesi che è egemone nella zona a ridosso dello stadio Maradona, in contato con gli Esposito e con i Licciardi. L’agguato viene letto come la risposta al raid che ha colpito il capoclan Vitale Troncone, in fin di vita all’ospedale del Mare, dopo essere stato raggiunto da una raffica di colpi il 23 dicembre scorso.

Un agguato che forse è in risposta all’incendio di un pub. Capone era molto vicino al boss Massimiliano Esposito, ‘o scognato, del quartiere di Bagnoli tanto che durante la sua latitanza era lui che ne gestiva il cellulare per le comunicazioni urgenti.

A Fuorigrotta nell’ultimo periodo impazza la faida tra gruppi criminali che si contendono piazze di spaccio e la gestione delle estorsioni. Ieri, già dal pomeriggio, mentre nel capoluogo campano si sparavano un po’ ovunque botti per ‘festeggiare’ il Capodanno, era illuminato a festa con deflagrazione di fragorosi fuochi d’artificio proprio il rione Lauro, mentre l’altra metà del quartiere era in silenzio; secondo alcune fonti contattate dall’Agi, una situazione legata al fatto che il boss della zona, Vitale Troncone, è ancora grave dopo essere rimasta vittima di un agguato.

L’omicidio è avvenuto nel Rione Lauro, a Fuorigrotta, zona dove è storicamente insediato il clan Iadonisi mentre lo scontro in atto tra gruppi malavitosi vede da una parte il clan Bianco-Baratto, dall’altra la famiglia Troncone. Da chiarire il ruolo di altre organizzazioni provenienti dal Rione Traiano (clan Sorianiello) e Bagnoli. Intanto a Fuorigrotta si continua a sparare a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Agguato contro il boss Vitale Troncone

Risale al 23 dicembre l’agguato contro il boss Vitale Troncone. Il 53enne fu colpito al volto e alle gambe da sicari entrati in azione intorno alle 11, durante il caos della vigilia delle festività natalizia, in via Caio Duilio, non molto distante dall’abitazione di Troncone. Soccorso è trasportato al vicino ospedale San Paolo di via Terracina, Troncone è ancora in vita ma è in condizioni disperate. È stato raggiunto da un proiettile allo zigomo e da un altro al femore. Assistito dai sanitari, sarebbe cosciente.

L’arresto del figlio Giuseppe Troncone

Nel pomeriggio stesso dell’agguato è stato arrestato il figlio del ras, Giuseppe Troncone, 24 anni per rapina e lesioni personali, aggravata dal metodo mafioso, avvenuta a inizio ottobre. La Procura e la Squadra Mobile di Napoli hanno provato a giocare d’anticipo nel tentativo di evitare una nuova scia di sangue nel quartiere cecando di evitare la vendetta dell’omonimo clan dopo l’omicidio del cugino Andrea Merolla, 30 anni ucciso il mese prima, lo scorso 10 novembre, intorno alle 21.30, in via Caio Duilio, nei pressi di un distributore di benzina poco distante dal bar. Ma il 26 dicembre il fermo di Troncone jr non fu convalidato e tornò in libertà.

La scia di sangue a Fuorigrotta

Merolla morì poco dopo l’arrivo all’ospedale San Paolo. Merolla provò a rifugiarsi dietro il distributore ma venne raggiunto da più proiettili esplosi dal killer, entrato – secondo una prima ricostruzione – in azione in sella a uno scooter guidato da un complice.

Lo scorso 15 marzo 2021, intorno alle 19:30, Antonio Volpe, 77enne considerato dagli investigatori esponente storico della malavita locale (clan Baratto-Bianco), venne ucciso poche centinaia di metri dopo, nella vicina via Leopardi.

Qualche settimana dopo, il 4 aprile, un commando di scooter entrarono in azione in via Costantino, 150 metri prima del luogo dove è stato ucciso Merolla, esplodendo dei colpi d’arma da fuoco nei pressi dell’abitazione del ras Vitale Troncone.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.