Dopo aver appeso al chiodo la toga, Antonio Ingroia colleziona altre figure barbine anche in politica. L’ex pm della presunta “Trattativa Stato-mafia”, già promotore di Azione Civile, il partito che alle elezioni politiche del 2013 raccolse il 2,25% alla Camera non riuscendo a far scattare neanche un seggio, ha incassato una nuova batosta politica.

Ingroia si era infatti candidato a sindaco di Campobello di Mazara, comune di 11 mila anime nel trapanese, alla guida di una lista civica dal nome “Cambiamo Campobello”. Anche in questo caso il risultato per l’ex pm, che aveva lasciato la magistratura dopo la decisione del Csm di trasferirlo ad Aosta, è stato fallimentare: Ingroia ha raccolto solamente il 18,62% dei voti, contro il 66,96% del sindaco uscente Giuseppe Castiglione. Il terzo candidato, Gaspare Vito Passante, si è fermato invece al 14,41%.

A nulla è valsa per l’ex magistrato, colui che chiese il rinvio a giudizio di Calogero Mannino per violenza o minaccia verso un corpo politico dello Stato, poi assolto in via definitiva, la corsa a denunciare l’ombra del voto di scambio. Ingroia aveva parlato infatti di “precedenti, ancora al vaglio degli inquirenti che raccontano di come esista un mercato dei voti a Campobello che viene stimato in 30 euro a voto”.

Neanche la forte presenza social ha aiutato l’ex leader di Azione Civile, che su Twitter pubblicava un video in cui si rivolgeva così agli elettori: “Chiedetevi come sarà Campobello non nel 2020 ma nel 2025”. Proprio sui canali social Ingroia è scomparso, non dando più segni di presenza dopo la delusione elettorale.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia