Un processo che dura da oltre 10 anni per “la bambina di legno”
Arianna Manzo, dopo un anno di promesse De Luca annuncia il risarcimento: “Non accettiamo altri ritardi”
“La piccola Arianna Manzo non può più aspettare”. La famiglia Manzo, insieme al loro legale Mario Cicchetti, sono stati perentori: il risarcimento promesso l’anno scorso alla piccola vittima di errori sanitari che l’hanno resa quasi immobile deve arrivare il prima possibile affinchè le possano essere garantite le dovute cure e una vita dignitosa. Lo hanno più volte ribadito in lettere inviate al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che aveva promesso il suo intervento celere. Ora da Palazzo Santa Lucia arrivano finalmente le prime buone notizie.
Aseguito delle sollecitazioni dell’avvocato Mario Cicchetti, legale dei genitori della ragazzina che ormai vive su una sedia a rotelle, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fatto sapere che “all’esito degli approfondimenti tecnici svolti dai competenti uffici aziendali risulta confermata la disponibilità alla definizione stragiudiziale della controversia, sulla base delle risultanze della Ctu (consulenza tecnica, ndr) espletate in giudizio di Appello…”.
In primo grado l’Aorn Cardarelli è stato condannato a risarcire tre milioni di euro e attualmente è in corso il processo di secondo grado, a Salerno. “Lo scorso venerdì sera – fa sapere l’avvocato Cicchetti – ho ricevuto la risposta del presidente De Luca. Ora non rimane che concretizzare un accordo in tempi rapidissimi – aggiunge il legale della famiglia Manzo – un’intesa con la Regione e il Cardarelli che ponga come base, come indicato dal Presidente già nel luglio 2020, la nota sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Salerno nei confronti del Cardarelli per 3 milioni di euro perchè, diversamente e nonostante siano trascorsi più di dieci anni dall’inizio della causa che la piccola e i suoi genitori sono stati costretti ad istruire, la famiglia non accetterà ulteriori posticipazioni o somme inferiori e attenderà la pronuncia di Appello”.
“Prendo atto di questa dichiarazione che – continua l’avvocato – non fa altro che ricalcare quanto dichiarato dal Presidente più di una anno e mezzo fa. Non posso, al contempo, non constatare che, nel corso di questo periodo, gli aiuti (essenzialmente cure indispensabili alla sua sopravvivenza) che erano stati dal medesimo promessi alla Piccola non hanno trovato alcuna concreta attuazione. Confido, quindi, in un deciso cambio di rotta anche perché, com’è noto, la differenza, nella vita, e più che mai in questo caso, è sempre data dai tempi entro i quali si interviene e si forniscono puntuali risposte ai cittadini”.
“Per troppo tempo questa famiglia è stata letteralmente abbandonata a se stessa da tutte le Istituzioni e costretta a istruire giudizi per vedersi riconosciuto un diritto che gli era, sin dall’inizio, chiaramente dovuto -perché conclamate erano le responsabilità dei sanitari dipendenti dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli nella causazione delle gravissime patologie che affliggono la minore- e che, invece, solo dopo dieci anni di battaglie nella aule di giustizia, e anche grazie all’attenzione che i media hanno rivolto al caso, hanno costretto il Cardarelli e il Presidente ad assumere un diverso atteggiamento ossia quello di proporre un tavolo tecnico”.
“Ma ciò non basta in quanto questa famiglia necessita di conoscere i tempi entro i quali questo tavolo tecnico si instaurerà e di avere conferma di quanto il Presidente, nel giugno e luglio 2020, ebbe a indicare quale riferimento per la nota transazione, ossia la sentenza di condanna ai 3 milioni di euro nei confronti del nosocomio partenopeo. Nessuna altra posticipazione verrà accordata né accettato un diverso accordo e qualunque ulteriore aggravamento della condizioni della Piccola dovrà ritenersi imputabile a esclusiva responsabilità dell’Azienda e del Presidente. Perché la dignità di questa famiglia e della piccola Arianna, in primis, deve essere rispettata. Diversamente, la famiglia attenderà pazientemente anche la pronuncia di secondo grado che, considerate le risultanze della c.t.u. medico legale appena depositata, non potrà non confermare in tempi brevi, maggiorandola, altresì, negli importi, la nota sentenza di primo grado che ha visto il Cardarelli condannato al noto maxi risarcimento di 3 milioni di euro. La parola, quindi, torna nuovamente al Presidente della Giunta regionale campana e alla Direzione dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli affinchè propongano un giorno, entro la presente settimana, per un incontro nel corso del quale poter definire tutti gli aspetti di questa triste vicenda che ormai vedrà la piccola Arianna raggiungere la maggiore età tra meno di un mese e la prossima udienza dinanzi alla Corte di Appello di Salerno fissata per l’11 novembre”.
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