É di poche ore fa la notizia che ufficializza la sospensione, da parte dell’Ospedale Cardarelli, dei pagamenti per il risarcimento alla famiglia della piccola Arianna Manzo, vittima di malasanità. “Non ce l’aspettavamo”, commenta con amarezza la madre Matilde, che sottolinea al Riformista che “la sentenza che blocca i pagamenti è stata firmata da 3 giudici donna, che avrei sperato capissero di più il dramma e le sofferenze che hanno colpito la nostra famiglia oramai 15 anni fa”. Appena l’altro ieri, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva voluto incontrare la famiglia Manzo, dopo la manifestazione di protesta organizzata giovedì scorso fuori all’ingresso del tribunale di Salerno, proprio a seguito della richiesta di sospensione dei pagamenti da parte del Cardarelli.

La piccola Arianna da 15 anni convive con una gravosa condizione psicofisica, a seguito di un errore medico che l’ha resa tetraplegica, sorda e ipovedente. Ad appena 3 mesi, entrata al Cardarelli con i sintomi di una bronchiolite poi degenerata in polmonite, le venne somministrato prolungatamente un farmaco non adatto ai neonati, arrecandole danni gravissimi e irreversibili. Da allora la “bambina di legno” sopravvive solo grazie all’amore della famiglia, di papà Eugenio, mamma Matilde e del fratello maggiore Mario. La loro vita è stata stravolta, ma l’indignazione e la rabbia per la tragedia che ha rovinato la vita della loro figliola non ha intaccato la forza e la dignità con cui, da ormai 15 anni, combattono per ottenere giustizia come vittime di malasanità e per ottenere un legittimo risarcimento così da poter continuare a sostenere le cure di Arianna, senza mai farle mancare l’affetto e il sostegno necessari. Al risarcimento di 3 milioni di euro che l’Ospedale Cardarelli è stato condannato a versare con sentenza esecutiva, ha fatto seguito una richiesta di sospensione dei pagamenti. E si arriva così alla giornata di giovedì scorso, quando la famiglia Manzo ha esposto un grande striscione all’ingresso della corte d’appello del tribunale: “Giustizia per Arianna“. Le parole di rabbia del fratello Mario, deluso dall’atteggiamento dell’ospedale, restio a suo dire anche ad un semplice confronto verbale, hanno evidentemente colpito il Presidente Vincenzo De Luca, che ha voluto incontrare la famiglia manzo a Palazzo Santa Lucia, alla presenza del direttore generale del Cardarelli, lo scorso 11 giugno.

Il Presidente aveva poi commentato l’incontro sui canali social: “Verificheremo con il nostro ufficio legislativo e le strutture tecniche, l’ipotesi di un atto transattivo che possa dare da subito una risposta importante alla famiglia. In questa ipotesi, è evidente che sarà superato ogni iter giudiziario e si valuterà il contenuto dell’atto transattivo tenendo conto della sentenza di primo grado. La famiglia ha apprezzato e condiviso questa ipotesi di lavoro. Ci impegneremo nei prossimi giorni a concretizzarla“. Parole che stridono con il nuovo provvedimento emesso nella mattina di oggi, e che rilanciano un caso di malasanità e malagiustizia la cui eco mediatica unita al  sostegno concreto delle molte persone che hanno voluto far sentire la loro presenza durante la manifestazione al Tribunale non sono bastati ad evitare alla famiglia Manzo un’altra batosta giudiziaria. “Noi no ci fermeremo mai”, dichiara papà Eugenio, con la solita calma e compostezza con cui da anni conducono la loro sacrosanta battaglia di dignità e che negli ultimi giorni li ha portati a indire anche  uno sciopero della fame. “Il risarcimento che pretendiamo non potrà mai restituire una vita normale a nostra figlia, ma potrebbe contribuire concretamente ad aiutarci a sostenere le spese costose e le complicate terapie necessarie a garantire una vita dignitosa a nostra figlia”.