La perversa dinamica della rete, in cui tutto diventa oggetto di polarizzazione e di hate speech, non risparmia Silvio Berlusconi, positivo al Covid e ricoverato da ieri al San Raffaele di Milano. La diagnosi conferma tracce di polmonite bilaterale e si scatena l’imbecillità dei leoni da tastiera, pronti ad augurare la morte al Presidente di Forza Italia, come peraltro era già successo anche a Nicola Zingaretti. La politica si ritrova nel sottoscrivere auguri di pronta guarigione (Matteo Renzi al Senato omaggia “l’uomo delle istituzioni”, il deputato Fornaro di Leu fa scattare un commosso applauso), mentre la pancia del Paese dà il suo peggio. E come ormai prescrive il manuale dell’odio digitale, viene trovata una donna alla quale addossare la colpa: nel ruolo di untrice stavolta finisce la figlia, Barbara. Che qualcuno indica, senza alcun elemento, come l’infettatrice del contagio in famiglia.

Lei mette le cose in chiaro: «Vivo momenti di grande angoscia per la salute di mio padre, è disumano trovarmi su tutti i media come l’untrice ufficiale della persona a cui voglio più bene. Vorrei proprio capire su quali basi sono stata indicata con certezza come la responsabile. Tra l’altro, i tempi e i ripetuti tamponi negativi fatti da mio padre dimostrano il contrario. La caccia all’untore è una cosa da Medioevo, e la trovo umanamente inaccettabile oltre che scientificamente indimostrabile». La giornata è contrassegnata dai ripetuti episodi che sui social oltrepassano la linea della decenza. Il professor Raffaele Simone, studioso di linguistica e filosofia del linguaggio, scrive sui social: «C’è un giudice a Berlino. Confessiamolo: chi di noi non ha pensato, forse questa è la volta buona? Ma, come c’è un giudice a Berlino, così c’è un Covid 19 anche per i potenti e i prepotenti». Matteo Salvini insorge e chiama in causa l’ordine dei giornalisti, cui chiede di vigilare.

Facebook pullula di gruppi di odiatori seriali del Cavaliere sin da quando, nel 2009, Massimo Tartaglia lo colpì al volto con la famigerata statuetta del Duomo di Milano. E ancora prima, già nel 2005, il volume Berlusconi ti odio raccoglieva una vasta rappresentativa di insulti e malauguri indirizzati al fondatore di Forza Italia. Il sogno degli italiani è invece il titolo dell’opera degli artisti Antonio Garullo e Mario Ottocento che hanno rappresentato la salma del Cav, sotto teca, con il doppiopetto e le scarpe di Topolino, esposta nel 2012 a palazzo Ferrajoli in piazza Colonna, di fronte a palazzo Chigi. Berlusconi prende atto di tutto, non sembra aversene troppo a male. “Combatto e vincerò anche questa volta”, rassicura. Del quadro clinico si occupa il portavoce sanitario del Cavaliere: il suo medico personale, Alberto Zangrillo, che al San Raffaele è primario nell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione generale.

«Silvio Berlusconi è un soggetto a rischio per età e patologie pregresse, ma presenta un quadro clinico tranquillo e confortante, respira autonomamente e non è in terapia intensiva», dettaglia. E aggiunge: «Il riposo assoluto è la terapia di cui più necessita – ha precisato Zangrillo – e non è stato assolutamente facile convincerlo al ricovero. Ho dovuto insistere, ma l’uomo è sempre pronto e intelligente e una volta informato della situazione ne ha convenuto. Certo l’umore non è dei migliori».

Positivo al Covid anche il candidato del centrosinistra alle regionali in Veneto, Arturo Lorenzoni. «Sto bene, continuerò la campagna elettorale da remoto con incontri in teleconferenza – aggiunge – Cautelativamente devo stare a casa. Come richiesto dalle autorità sanitarie, invito tutte le persone che mi hanno incontrato nell’arco degli ultimi 5 giorni a rivolgersi agli uffici delle rispettive aziende sanitarie per sottoporsi a tampone”. Lorenzoni, in base agli esami, avrebbe una carica virale bassa. Ha quale linea di febbre – fanno sapere fonti a lui vicine – e si sente stanco. Fuori dai denti, sa che la sua campagna elettorale finisce qui. Non ha un medico come Scapagnini, che qualche anno fa certificò Berlusconi con poche, ponderate parole: «Silvio è tecnicamente quasi immortale».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.