Più che un discorso appare come uno sfogo non preparato, un discorso a braccio che mostra chiaramente come all’interno di Forza Italia la posizione sulla guerra in Ucraina, sugli aiuti militari a Kiev e sul rapporto con lo Zar Vladimir Putin non sia unica.

Silvio Berlusconi stupisce tutti nel pomeriggio di lunedì quando, intervenendo assieme alla compagna e parlamentare Marta Fascina ad un evento elettorale organizzato dall’azzurro Alessandro Sorte alla Fiera di Treviglio (Bergamo), pronuncia parole ambigue sulla guerra.

Quasi giocando di sponda con l’alleato Matteo Salvini, che anche ieri in un colloquio col presidente del Mario Draghi ha ribadito che inviare armi all’Ucraina “allontana la pace”, Berlusconi passa all’attacco con parole che probabilmente avranno stupito anche i suoi parlamentari, fedelissimi alla linea Draghi sul conflitto.

Parlando della guerra il leader di Forza Italia ci va giù pesante: “Siamo in guerra anche noi, perché gli mandiamo le armi: mi dicono che manderemo anche i cannoni e le armi pesanti, lasciamo perdere…”, si sfoga l’ex premier.

Ma le parole più dure sono per Joe Biden e Jens Stoltenberg. Sottolineando che allo stato attuale “non abbiamo signori leader nel mondo”, Berlusconi pur non nominandola accusa il presidente degli Stati Uniti: “Un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo gli ha dato del criminale di guerra (chiara l’allusione a Biden), gli ha detto che doveva andare via dal governo russo e finire in galera”.

Poi il secondo colpo, contro Stoltenberg: “Ha detto che mai più l’Ucraina sarà sotto la Russia e così sarà anche delle due repubbliche del Donbass a cui mai l’indipendenza, mai, sarebbe riconosciuta. Capite che con queste premesse il signor Putin è ben lontano dal sedersi a un tavolo”.

Insomma, l’attuale strategia occidentale non permetterà una rapida fine della guerra e un accordo di pace, e le conseguenze secondo Berlusconi saranno importanti: “Avremo forti ritorni delle sanzioni alla Russia sulla nostra economia, già si è fermato lo sviluppo, avremo una diminuzione del nostro Pil”. Ma danni ancora maggiori ci saranno in Africa e di rimando nel nostro Paese perché, spiega ancora il numero uno di Forza Italia, “nei porti dell’Ucraina sono ferme tonnellate di grano e mais, in Africa non hanno più la possibilità di fare il pane, è possibile che ci siano ondate di profughi, è un pericolo grande derivante dalla guerra in Ucraina”.

Non è un caso se le parole di Berlusconi abbiano provocato un mezzo terremoto nel partito. Le parole più forti sono arrivate da Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari Regionali ed ex capogruppo alla Camera, tra i ‘leader’ dell’ala più centrista di FI.

Non posso credere che il presidente Berlusconi abbia detto quelle parole. Immagino sia stato frainteso”, sono state le parole di Gelmini, che ha ricordato come Forza Italia sia “un movimento politico filo atlantista, europeista e ci siamo chiamati in passato Popolo della libertà”. “Ma la libertà non può valere solo per noi: è un bene indivisibile, come ci ha insegnato proprio Berlusconi, e oggi è la libertà per la quale lottano gli ucraini. Se è cambiata la linea qualcuno dovrebbe dircelo”, è la ‘richiesta’ della ministra.

A tentare di metterci ‘una pezza’ è una nota del partito, che tenta di smorzare le polemiche. “Il leader di Forza Italia non ha mai giustificato in alcun modo l’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa – spiega una nota di Forza Italia – al contrario, in questa come in altre occasioni pubbliche ha espresso con estrema chiarezza delusione e profondo dissenso verso le scelte del presidente Putin“. Ma appare evidente che il chiarimento tra gli azzurri non è arrivato.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia