Se nelle scorse settimane si era parlato di “modello Finlandese” o “finlandizzazione” dell’Ucraina per risolvere il conflitto in corso dopo l’invasione delle truppe russe nel Paese, facendo riferimento alla storica posizione di neutralità tra Occidente e Russia di Helsinki, proprio l’aggressione brutale di Vladimir Putin contro Kiev ha cambiato drasticamente lo scenario.

La prima ministra della Finlandia, Sanna Marin, e il presidente Sauli Niinistö hanno diffuso un comunicato congiunto in cui annunciano la loro posizione favorevole all’ingresso del paese nella NATO: “La Finlandia deve fare richiesta per entrare nella NATO il prima possibile”, hanno scritto.

I tempi, almeno ad Helsinki, sono strettissimi, ma anche dalla NATO il segretario generale Jens Stoltenberg ha più volte sottolineato che l’ingresso nell’Alleanza Atlantica è di fatto una formalità per il Paese del nord Europa.

I ‘negoziati interni’ sono infatti già conclusi: il Partito socialdemocratico della prima ministra Sanna Marin darà il proprio assenso entro sabato, mentre domenica è attesa la conferma da parte della coalizione di governo, composta da cinque partiti e che può contare su una importante maggioranza in Parlamento. Subito dopo è previsto un voto in Parlamento che renderà definitiva la decisione.

Adesione alla Nato che nelle intenzioni del governo servirà a “rafforzare la sicurezza” del Paese, che condivide con la Russia oltre 1300 chilometri di confini. Il precedente status di neutralità tra Occidente-Nato e Mosca nasceva sia dalla posizione geografica che da ragioni storiche, ovvero dalla firma dopo il secondo conflitto mondiale di un patto con l’Unione Sovietica che la costrinse per decenni alla neutralità e a subire pesanti ingerenze interne.

Pur non fidandosi dell’ingombrante vicino di casa, per decenni i finlandesi hanno sempre mostrato cautela nell’avvicinarsi alla Nato, per non rompere i rapporti con la Russia. Ma l’invasione dell’Ucraina ha cambiato drasticamente la posizione di Helsinki e dato una sferzata all’opinione pubblica: se prima del 24 febbraio la percentuale della popolazione a favore della Nato oscillava tra il 20 e il 30 per cento, con il conflitto a Kiev è arrivata a sfiorare l’80 per cento.

Con la scelta di aderire all’Alleanza Atlantica, la NATO otterrà inoltre un aiuto militare fondamentale: la Finlandia infatti non ha mai rinunciato all’esercito di leva e ha quasi un milione di riservisti.

L’ingesso nella NATO costituisce un duro colpo da digerire per Vladimir Putin, che a suo dire aveva iniziato il conflitto in Ucraina anche per tenere l’Alleanza Atlantica lontana dai confini russi. Ma le cattive notizie per lo Zar non sono finite: nelle prossime settimane è attesa una mossa simile anche dalla Svezia, che dovrebbe annunciare con la premier socialdemocratica Magdalena Andersson la richiesta di ingresso nella NATO.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia