Il problema non è Israele, il problema è Benjamin Netanyahu e il governo di estrema destra che continua a ribadire di voler controllare Gaza anche dopo la guerra, opponendosi alla nascita di uno Stato Palestinese. Parole ribadite ieri da Bibi, che davanti casa sua ha i familiari degli ostaggi israeliani nella mani di Hamas, accampati con tende per protestare contro il suo Governo. Per Netanyahu, nonostante le pressioni internazionali di Stati Uniti e Unioni Europea, fino a quando lui sarà il primo ministro di Israele “non ci sarà” uno Stato palestinese perché rappresenterebbe una “minaccia esistenziale” per lo Stato ebraico.

Parole che hanno innervosito e non poco gli alleati che già da settimane ammoniscono i metodi dell’esercito che a Gaza ha provocato circa 25mila vittime, di cui circa il 70% sono donne e bambini, eliminando in questi tre mesi di guerra – così come appurato dal Wall Street Journal – appena il 30% dei miliziani di Hamas. Insomma numeri non proprio confortanti per Netanyahu che adesso deve guardarsi, oltre dai sempre più crescenti malumori interni, anche da Stati Uniti e Ue che da tempo lavorano a una soluzione diplomatica e alla nascita di due Stati.

Borrell contro Israele: “Che soluzione per i palestinesi? Ucciderli tutti”

Durissime le parole di Josep Borrell, l’Alto rappresentate per la politica estera e la sicurezza dell’Unione Europea. L’occasione è stata il Consiglio affari esteri, in corso a Bruxelles. A colloquio con i giornalisti, Borrell ha sottolineato che la “soluzione dei due Stati” è l’unica possibile in Medio Oriente. “A quali altre pensate?” ha aggiunto l’Alto rappresentante, citato da fonti di stampa internazionali concordanti. “Fare andare via tutti i palestinesi? Ucciderli“. Sulla situazione umanitaria a Gaza, lancia poi l’ennesimo allarme: “Non potrebbe essere peggiore, non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri accettano che ci sono troppe vittime civili ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo”. Per Borrell quello di Israele “non è il modo di condurre un’operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre”, ha aggiunto.

Borrell: “Israele sta alimentando odio per generazioni”

“Dobbiamo smettere di parlare di pace – di che tipo di pace stiamo parlando? – e iniziare a parlare di cosa vogliamo fare. E quello che vogliamo fare è una soluzione a due Stati. Dobbiamo essere seri su questo, e studiare le cause sottostanti che la impediscono. E certamente Hamas è una di queste, una causa molto importante, ma ce ne sono altre” ha aggiunto Borrell che poi ricordato come anche “il segretario generale delle Nazioni Unite, che ieri ha risposto in termini molto concreti che questo è inaccettabile”. Poi rivolgendosi a Netanyahu: “Se non sono d’accordo dobbiamo parlarne. Per questo siamo qui. Devono dire quale altra soluzione hanno in mente. Qual è l’alternativa? Cacciare tutti i palestinesi da Gaza? Ucciderli? Venticinquemila sono già morti. Il 70% sono donne e bambini. Certamente il modo giusto di distruggere Hamas non è quello che stanno facendo, stanno alimentando l’odio per generazioni”.

Netanyahu nel discoro di ieri ha ringraziato Joe Biden per il “sostegno” ma, allo stesso tempo, ha confermato di essere “fermo” nel salvaguardare gli interessi “vitali” di Israele. Per il premier la Striscia di Gaza “deve essere smilitarizzata, sotto il pieno controllo di sicurezza israeliano – ha dichiarato – non scenderò a compromessi”.

Redazione

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