Poteva essere una strage, con sei colpi d’arma da fuoco sparati nel mucchio per vendicare le offese ricevute. Il bilancio finale resta però drammatico con una 19enne, Antonella Lopez, morta per errore durante una lite nata in discoteca, uccisa a colpi d’arma da fuoco perché il leader della banda rivale, nipote del boss del quartiere barese di Japigia, andava punito con la sua comitiva. Lei, Antonella Lopez si è frapposta tra il killer e la vittima designata ed ha avuto la peggio. Altri quattro ragazzi, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, sono stati feriti dai proiettili non in modo grave. Una notte di pura follia quella andata in scena in una discoteca, Bahia beach, di Molfetta (Bari) dove si entra, indisturbati, armati di pistola e alla prima occasione buona si è subito pronti a tirare fuori il ‘ferro’ per vendicare affronti subiti nel recente passato.

Omicidio Antonella Lopez, la lite tra paranze per futili motivi

E’ quello che è passato nella mente del 21enne Michele Lavopa, detto “Tupac” (noto rapper americano morto ammazzato negli anni ’90) fermato e condotto in carcere per l’omicidio della 19enne. Il giovane ha confessato di essere stato lui a premere il grilletto. Il motivo? Assai futile ma nelle logiche criminali diventa quasi una priorità. Il killer ha spiegato che quella notte in discoteca aveva “notato con i suoi amici, la presenza del gruppo capeggiato da Eugenio Palermiti, che gravitava vicino la loro postazione”. Tra le due paranze non corre buon sangue da tempo e così “Tupac” spiega di aver avuto (almeno a parole) la brillante idea di spostarsi in un’altra zona del locale “per non essere infastiditi”. Poi però qualcosa è andato storto durante il trasferimento da un tavolo all’altro, probabilmente con fiumi di champagne al seguito.

Omicidio Antonella Lopez, gli spari nel mucchio

Lavopa racconta che durante l’esodo avrebbe ricevuto “offese e minacce dalla comitiva di Palermiti”. Un affronto inaudito nella piccola mente del 21enne che ha pensato bene di tirare fuori la pistola e farsi giustizia. Peccato che, come sempre più spesso capita, questi giovani che provano ad elevarsi a boss hanno poca dimestichezza con le armi e l’errore è dietro l’angolo. A rimetterci Antonella Lopez che si trovava vicino alla vittima designata e sarebbe intervenuta per fare da paciere. Sei i colpi d’arma da fuoco esplosi. Poteva essere una strage. Quattro proiettili hanno ferito altrettanti componenti del gruppo in modo non grave.

Dopo l’omicidio, il 21enne ha raccontato la fuga dal locale con l’aiuto di altre ragazze della comitiva. Il rientro nel quartiere San Paolo di Bari poi, a bordo dell’auto di un suo amico, la sortita vicino al mare o nelle campagne di Bitonto per gettare in acqua la pistola e liberasi anche degli indumenti indossati in discoteca. L’arma non è stato ancora ritrovata dai carabinieri.

Omicidio Antonella Lopez, la ricostruzione dei carabinieri

I carabinieri, nell’indagine coordinata dalla procura di Bari, grazie anche alle immagini delle telecamere presenti nel locale, hanno ricostruito in poche ore la dinamica dell’omicidio accertando come “la discussione fosse degenerata tra il gruppo capeggiato dal rampollo dei Palermiti con un altro gruppo di giovani, di cui si individuava Giuseppe F. e un tale “Tupac” poi identificato nel fermato – scrivono gli inquirenti nel decreto di fermo – l’attività investigativa, permetteva di acquisire notizie indicanti proprio in quei soggetti soggetti con cui Eugenio Palermiti e compagni, avevano avuto l’alterco sfociato nella gravissima sparatoria”. Nel pomeriggio di domenica 22 settembre “Tupac” Lavopa era stato già identificato e portato in caserma. Poi dopo alcune ore, in presenza del suo avvocato, la confessione.

Omicidio Antonella Lopez, pistola in disco per “difendersi”

Tupac “si attribuiva la paternità dell’accaduto liberandosi dell’enorme fardello per aver cagionato la morte di Antonia Lopez – si legge ancora nel decreto di fermo. Egli asseriva inoltre di essersi disfatto dell’arma utilizzata non appena fuori dalla discoteca gettandola in mare”. Nel corso dell’interrogatorio “il fermato precisava che egli, unitamente alla propria fidanzata e ad un gruppo di amici, nella tarda serata del 21.9.2024, si era recato in discoteca per trascorrere la nottata senza alcuna intenzione belligerante, portando con sé una pistola calibro 7,65 per difendersi da eventuali aggressioni, come spesso accade oramai nei locali notturni baresi” (spiegazione quest’ultima raccapricciante).

Antonella Lopez, la giovane vittima della mancata strage, aveva appena 19 anni e lavorava nel bar di un distributore di benzina in un quartiere barese. Tre anni fa un suo zio, 31enne, venne ucciso nel corso di un agguato in una vicenda sempre legata alla criminalità e ad un presunto tentativo di estorsione.

 

Redazione

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