“Una grave perdita che chi ama i nostri colori potrà solo lenire con il ricordo imperituro di momenti indelebili e degli anni meravigliosi che ha fatto vivere a ogni tifoso. Dalla storica promozione in Serie A alla finale della Coppa Italia. Zamparini per sempre con noi”. Con queste parole l’attuale presidente del Palermo Calcio, Dario Mirri, saluta l’ex patron del Palermo calcio e del Venezia, Maurizio Zamparini. Il dirigente è deceduto questa notte, intorno alle ore 2, all’età di 80 anni per le complicazioni legate a un problema al colon che ne aveva determinato il ricovero nei giorni scorsi all’Ospedale Cotignola di Ravenna.

Le cause del decesso

A Natale, il dirigente che ha fatto la storia del pallone italiano, era stato ricoverato in terapia intensiva, a Udine, e operato d’urgenza per una peritonite presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia. Dopo qualche giorno era tornato a casa, ma le sue condizioni si erano aggravate tanto da costringerlo a un nuovo ricovero.

Il dirigente della squadra siciliana combatteva da tempo per superare il lutto per la perdita di suo figlio Armando, il giovane 22enne morto a causa di un malore improvviso nell’ottobre scorso a Londra, dove si trovava per studio. Tragedia che forse l’avrà segnato parecchio in questi ultimi mesi.

L’epopea del Palermo

Zamparini aveva acquistato il Palermo dopo essere stato presidente del Venezia. Con lui il club siciliano aveva raggiunto la promozione in serie A, e poi una storica qualificazione in Coppa Uefa e in Europa League.

Vulcanico, sempre pieno di idee ed energie, Zamparini aveva una passione smisurata per il calcio e grande visione per i talenti. Sotto la sua ala sono finiti numerosi campioni del palloni e tanti ne ha visti sbocciare nei suoi anni da presidente dei lagunari, prima, e dei rosanero, poi.

La prima esperienza nel calcio arriva nel 1986 col Pordenone, poi l’acquisto del Venezia e la fusione col Mestre. Con gli arancioneverdi riesce nell’impresa di scalare tutte le serie professionistiche fino a giungere in Serie A con Walter Novellino in panchina.

Nel 2002 lascia la laguna per trasferirsi al Palermo, rilevato da Franco Sensi per 15 milioni di euro. Con i rosanero è amore a prima vista con squadra e tifoseria che lo osanna fin dai primi giorni del suo arrivo in città. E facevano bene i tifosi a credere in lui, visto che dopo appena due anni riesce a portare i siciliani in Serie A dopo 31 anni di assenza.

La città festeggia e accoglie un altro trionfo: il Palermo arriva a giocare anche in Coppa Uefa prima ed Europa League, poi. La formazione rosanero è tappezzata di grandi giocatori e talenti cristallini. Barzagli, Grosso, Barone e Zaccardo si laureano campioni del mondo nel 2006 con la Nazionale di Marcello Lippi e tanti altri che grandi campioni che rimarranno nella mente di tifosi e appassionati di calcio.

L’apice della sua esperienza a Palermo lo raggiunge nel 2011, quando la formazione di Delio Rossi conquista dopo un cammino eccezionale la finale di Coppa Italia, poi persa per 3-1 allo stadio Olimpico contro l’Inter l’11 maggio 2011. A trascinare il Palermo c’era il suo capitano, Fabrizio Miccoli, ma anche giovani pronti ad esplodere come Pastore, ilicic o Hernandez.

Da quella serata in poi, però, il patron del Palermo decise di iniziare a rallentare con gli investimenti e il club pian piano si è ridimensionato considerevolmente fino a retrocedere in Serie B nel 2013, per poi tornare in A dopo un anno con Iachini in panchina. E ancora una parentesi buia dopo la successiva retrocessione in B dei rosaneri nel 2017. Paulo Dybala e Franco Vazquez sono gli ultimi grandi talenti esplosi, cresciuti e coccolati in maglia rosanero.

Zamparini è uscito dal calcio dopo la travagliata cessione del Palermo avvenuta nel 2018 ai fratelli Tuttolomondo, prodromo del fallimento del club rosanero ripartito poi dalla Serie D.

Ma l’imprenditore friulano resta colui che ha raggiunto i risultati sportivi più importanti della società della società rosanero. Nella storia del Palermo, Zamparini è sia il presidente che il proprietario rimasto per più tempo in assoluto in tali ruoli: quasi 15 anni di presidenza, dal 21 luglio 2002 al 27 febbraio 2017, e 16 anni di proprietà, dal 21 luglio 2002 al 1 dicembre 2018.

Il saluto al presidente ‘mangia-allenatori’

L’imprenditore friulano, noto come il presidente ‘mangia-allenatori’ visti i cinquanta esoneri collezionati nel corso della sua gestione di Venezia e Palermo, lascia i figli Diego, Andrea, Greta e Silvana, oltre alla moglie Laura Giordani.

“E’ morto un fratello. Per me lui era questo. Zamparini mi ha insegnato tanto, noi due eravamo una cosa sola. Dopo la morte del figlio lui si è lasciato andare, piano piano. È stata una perdita troppo dolorosa, lui non ha retto. Ci siamo sentiti di recente, ma solo via messaggi, ci eravamo ripromessi di vederci presto”, ha detto a LaPresse Rino Foschi, ex direttore sportivo del Palermo Calcio, appresa la notizia della morte dell’ex patron dei rosanero.

Al messaggio di Foschi si unisce, con una nota del club di viale del Fante, anche l’ad Rinaldo Sagramola “e tutta la famiglia del Palermo Fc”, che esprimono “dolore per la scomparsa di Maurizio Zamparini, il presidente più vincente della storia rosanero, per sempre nel cuore di ogni tifoso”.

Redazione

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