Nelle ultime due partite Andrea Petagna ha dimostrato di poter segnare con continuità, oltre che far salire la squadra. Mentre però la sgraziata ma efficacissima rovesciata contro la Samp è valsa tre punti e il consolidamento in zona Champions, il gol all’ultimo minuto contro la Fiorentina non ha evitato una brutta eliminazione in Coppa Italia, in una sfida mediocre e surreale che i viola hanno meritatamente conquistato con una goleada nei supplementari, contro un Napoli ridotto in nove uomini. La squadra di Luciano Spalletti continua nel suo andamento altalenante, e rimane nel limbo di color che son sospesi, ancora incerta sul suo destino stagionale.

Nelle ultime sei partite al Maradona sono arrivate quattro sconfitte e due vittorie, mentre a Milano e Torino si è sfiorato il bottino pieno. Qual è il vero Napoli? Difficile rispondere, anche se gli alti e i bassi sembrano tristemente parte del Dna degli azzurri. Dovremo in ogni caso aspettare fine febbraio, dopo il rientro a pieno regime di tutti gli infortunati, i contagiati dal Covid e i reduci della Coppa d’Africa, per sciogliere la prognosi su una squadra in chiaro affanno ma capace di reazioni e risultati imprevedibili. La sosta è vicina, ma contro Bologna e Salernitana è vietato sbagliare, per non compromettere la rincorsa al quarto posto, unico obiettivo “sportivo” di Aurelio De Laurentiis.

Per il resto, il mercato di prestiti e svincolati e il taglio degli ingaggi ai calciatori annunciato dal Presidente in estate prosegue senza sosta, e così dopo l’addio a Manolas e Insigne è arrivato Tuanzebe, gettato subito nella mischia per mancanza di alternative e protagonista di una pessima figura contro gli attaccanti della Fiorentina. Come possa un ridimensionamento degli investimenti così evidente produrre risultati migliori del quinto posto dello scorso anno è un altro mistero napoletano, che solo il finale di stagione potrà dipanare. Anche Gaetano Manfredi, è ancora in mezzo al guado. I primi 100 giorni della sua nuova amministrazione sono ormai trascorsi, portandosi via il tempo dell’apprendistato.

Il Sindaco deve cambiare passo e ha dato massima priorità alla riforma strutturale dei trasporti e dei rifiuti. Intento condivisibile, eppure le criticità dell’insostenibile mobilità cittadina e di un’igiene urbana poco decorosa sono ancora evidenti. Una rivoluzione nel CdA Asìa è attesa a breve, ma la svolta sarà seria solo quando l’azienda gestirà il ciclo dei rifiuti con i propri impianti. Puntare sul trasporto su ferro è giustissimo, ma Manfredi farà bene a ricordare che la Metropolitana, con i suoi treni fantasma e i suoi cantieri infiniti, è sempre stata il vanto ma anche il cruccio di tre generazioni di amministratori locali, come il macabro crollo all’interno del cimitero di Poggioreale ci ha ricordato. Sarà bene sbrigarsi allora, perché ogni limite ha una pazienza. Quella dei vivi, si capisce.