Il Napoli rimane da solo in testa alla classifica, nonostante i due punti buttati nel finale contro il Sassuolo. La squadra di Luciano Spalletti era arrivata a Reggio Emilia dopo aver giganteggiato contro la Lazio di Maurizio Sarri, mentre Napoli si gettava ai piedi della statua dedicata a Diego Armando Maradona. El Pibe todo poderoso aveva compiuto l’ennesimo miracolo, restituendo unità d’intenti a tifosi, squadra e istituzioni, in uno stadio finalmente rinato dopo l’assurda caccia alle streghe contro le curve.

Nel nome di D10S, la città ha unito se stessa e tutti i protagonisti del pallone partenopeo in un abbraccio che non ammetteva più esitazioni. Aurelio De Laurentiis è stato intelligente a capire che era arrivato il momento di riconnettere il Napoli a Napoli e alla sua storia sportiva, di cui Diego è l’alfa e l’omega, e anche le istituzioni, quelle civili e persino quelle sportive che il Pibe de oro detestava, hanno compreso che era necessario genuflettersi di fronte al mito. Contro il Sassuolo, però, il Napoli si è nuovamente disunito, come direbbe Paolo Sorrentino, lasciandosi beffare dopo aver gestito senza affanni buona parte della gara, e nonostante l’ennesima prodezza di Dries Mertens ai cui piedi Maradona deve aver messo ali fatate. Gli azzurri sono stati indubbiamente sfortunati, visti gli infortuni di Insigne, Ruiz e Koulibaly, ma due gol subiti in mezz’ora sono troppi per chi vuole vincere il campionato. Il campo ci dirà subito se il pareggio di mercoledì è un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, perché stasera il Napoli sarà di nuovo in campo, con assenze pesantissime, contro un avversario ostico e pericoloso come l’Atalanta di Giampiero Gasperini.

Per il sindaco Gaetano Manfredi, invece, il Patto per Napoli è sicuramente un piatto vacante, almeno per ora. In Parlamento si affacciano timidamente emendamenti per mettere una pezza al dissesto delle casse comunali, tuttavia il Governo e le forze di maggioranza non paiono affatto convinti di un decreto ad hoc per la città. Ma l’esigenza di approvare norme che valgano per tutti gli enti locali, come chiede l’Anci, rischia di naufragare di fronte ai costi insostenibili di un’amnistia generale in favore dei comuni indebitati. Anche sul Pnrr le idee sono tante, le assemblee e le passerelle pure, ma il problema posto da Manfredi – la mancanza di dirigenti capaci di scrivere e realizzare progetti – rimane irrisolto.

Un tunnel senza uscita, come quello della galleria Vittoria su cui aleggia il tipico mistero napoletano. I lavori sono stati completati ma la galleria non riapre perché pare che la relazione del Comune alla Procura sia incompleta e, nel frattempo, dal cantiere sotto sequestro sono incredibilmente spariti tutti i cavi rame delle condotte di areazione, nessuno sa come. Napoli ha una lunga tradizione di fantasmi: in assenza di spiegazioni plausibili, possibile che siano stati loro?