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Il ritorno dei tifosi allo stadio? Appare lontano quasi come il Patto per Napoli
Come un esperto scalatore, il Napoli si mantiene saldamente in vetta. Dopo aver difeso il primato in campionato, vincendo a Salerno una partita trappola per le tensioni ambientali che l’avevano preceduta, la squadra di Luciano Spalletti ha dominato anche in Polonia, conquistando il primo posto nel girone di Europa League. E se contro i granata era bastato un solo gol per portare a casa l’intera posta, e ribadire che Piazza Plebiscito rimane decisamente più bella ed elegante del Crescent, contro il Legia Varsavia è stata di nuovo goleada. Nelle due partite giocate contro i polacchi, il Napoli ha segnato sette gol con giocatori diversi, segnale evidente della forza del gruppo.
A Varsavia, Spalletti ha trovato le reti di giocatori fin qui ancora inferiori alle attese, come Mertens, ma che saranno fondamentali nei prossimi mesi. Soprattutto quando, a gennaio, la Coppa d’Africa si porterà via per un mesetto la spina dorsale africana del Napoli. Ieri Osimhen era assente, ma Anguissa e Koulibaly hanno ancora una volta dato spettacolo, candidando con autorevolezza il Napoli alla vittoria del girone, che significherebbe passaggio diretto agli ottavi di finale. Ma gli azzurri non hanno tempo per riposare sugli allori. Domani si gioca di nuovo contro il Verona, sorpresa del campionato che ha già steso Lazio, Roma e Juve e che richiama il terribile ricordo dello scivolone di maggio, quando un altro Napoli, quello di Gennaro Gattuso, gettò al vento la qualificazione in Champions League. Ma la squadra di quest’anno sembra di un’altra pasta se, come ha detto Mario Rui: «Quest’anno corriamo meno ma siamo più efficaci, perché siamo messi meglio in campo». E chest’è.
Contro il Verona dovrebbe tornare anche buona parte del tifo organizzato, dopo l’accordo per una fan zone libera da sanzioni millimetriche e multe draconiane nei settori inferiori delle due curve. Una mediazione positiva, frutto probabilmente di una trattativa tra tifosi e Aurelio De Laurentiis, mediata dagli uomini del sindaco Gaetano Manfredi. Un successo anche per la nuova giunta comunale, che sta faticosamente provando a rimettere in sesto la città scassata dalla rivoluzione arancione. Purtroppo, però, sembra che far tornare i conti del “Patto per Napoli”, la promessa elettorale di fondi e risorse umane per il comune che aveva convinto l’ex rettore a candidarsi dopo le iniziali perplessità, sia molto più complicato del ritorno dei tifosi al Maradona.
Manfredi ha mostrato nuovamente nervosismo per il viaggio a vuoto, o quasi, compiuto nei palazzi romani nel tentativo di mettere un freno al dissesto economico e al disastro amministrativo ereditati, minacciando di dimettersi in caso di mancate risposte entro Natale. Errore di comunicazione o minaccia reale? Il sindaco fa bene ad alzare la voce, ma dovrebbe ricordarsi di alcuni versi di Carmen Consoli per evitare di fare la fine del suo predecessore: “È ormai consuetudine, signor Tentenna, perdersi d’animo, non essere all’altezza delle proprie ambizioni”.
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