La battaglia dell’Olimpico e la sgambata di giovedì sera contro il Bologna hanno riconsegnato al Napoli il primo posto in classifica. Secondo Eraclito l’equilibrio è un arco teso e la squadra di Luciano Spalletti dimostra di aver ben chiaro il concetto. Tre gol subiti in dieci partite sono una garanzia di continuità e di futuro, mentre in attacco la furia di Victor Osimhen e la cornucopia di esterni offensivi sembrano in grado di demolire qualunque avversario. In mezzo, una mediana di qualità e quantità incorona Fabian Ruiz miglior regista del campionato e nasconde la palla agli avversari come fanno i prestigiatori con le monete e i fazzoletti.

Gli unici dubbi che assillano i tifosi sono la coperta corta sui terzini che costringe Giovanni Di Lorenzo e Mario Rui agli straordinari, anche se giovedì si è rivisto Faouzi Ghoulam per qualche minuto; e poi la Coppa d’Africa, che a gennaio sottrarrà alla squadra tre titolarissimi per quasi un mese. Senza il “Neapolitan Black Power”, Spalletti dovrà inventarsi qualche altro gioco di prestigio. Il Napoli vuole dare priorità al campionato e per questo ha rinunciato alla Maradona Cup che si giocherà a Riad il 14 dicembre tra Boca Juniors e Barcellona. Troppo vicina Milan-Napoli e troppo pochi i soldi promessi per la gita in Arabia Saudita, evidentemente. Intanto oggi, giorno del primo compleanno di D10S dopo il disgraziato 25 novembre dello scorso anno che lo ha sottratto ai mortali e consegnato al mito e alla storia, saranno molte le celebrazioni in città e nel resto del mondo in onore del fuoriclasse argentino, anticipate dalla scelta di candidare all’Oscar per l’Italia il film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino.

Maradona e Napoli, un connubio che profuma di fiaba da tramandare ai posteri. Lo stadio Diego Armando Maradona, invece, ha poco da raccontare, mezzo vuoto e silente a causa dei prezzi sconsiderati e del regolamento d’uso utilizzato come clava contro il tifo organizzato. Sembrava che il nuovo governo cittadino volesse venire incontro ai tifosi, dopo le parole dell’“assessore della curva B” Edoardo Cosenza, ma l’uomo forte della giunta, l’ex questore Antonio De Iesu, ha spento (probabilmente su imbeccata del sindaco) ogni entusiasmo ricordando che «siamo tutti uguali davanti alla legge». Insomma, i medici litigano, qualcuno credendo di essere Napoleone, mentre l’ammalato muore. Ma a giudicare dalla legge di bilancio approvata dal governo Draghi, anche il patto per Napoli non gode di ottima salute.

Il sindaco Gaetano Manfredi sperava di ottenere subito le risorse economiche e l’aiuto sul debito promessi, invece dovrà aspettare almeno fino a Natale. Nel frattempo la mobilità dei napoletani è ulteriormente peggiorata, persino rispetto ai disastri arancioni. Il Ctp ha sospeso le corse per mancanza di gasolio e la metro 1 rimane ferma un giorno sì e l’altro pure, con tre treni in servizio e gli altri dispersi, come soldati in guerra. Una situazione assurda e insostenibile, che ha spinto il nuovo assessore alla mobilità a dire che «ci vorrebbe un miracolo». Ma va’?