L’estate più tribolata di Aurelio De Laurentiis volge al termine. Siamo alla vigilia della prima di campionato, contro il neopromosso Venezia. Gli azzurri giocheranno al Maradona che, a giudicare dai circa 17mila biglietti venduti, riaprirà con una discreta cornice di pubblico.

Sull’umore dei tifosi, però, è meglio essere cauti. L’assurdo epilogo di Napoli-Verona è un macigno che pesa sulla nuova stagione non solo per il fallimento sportivo. La mancata qualificazione alla Champions ha inguaiato i conti del Napoli, che segneranno un passivo di record di circa 50 milioni a fine bilancio, e asfissiato un mercato fatto di sole cessioni, con l’esclusione dello svincolato Juan Jesus. Il Napoli è certo in buona compagnia, visto che la Serie A di quest’anno sarà il campionato più indebitato della storia del calcio italiano, ma la sensazione è che, senza ulteriori acquisti entro il 31 agosto, sarà molto difficile per Luciano Spalletti conquistare il ritorno in Champions, a cui è peraltro legato anche il suo secondo anno di contratto.

Il Napoli appare fortemente ridimensionato nel budget e nelle ambizioni, quindi, anche se colpisce il tentativo interessante di innovazione legato alle nuove maglie, autoprodotte e realizzate in sinergia con EA7. Nonostante il blocco, causa Covid, del terminal cinese di Ningbo, il container con il materiale tecnico è arrivato in tempo, consentendone la presentazione ufficiale e scongiurando il pericolo di dover usare anche in campionato le inguardabili toppe utilizzate in amichevole. La speranza, per il Napoli, è che la scelta incrementi i ricavi del club, cosa di cui De Laurentiis ha disperato bisogno.

Oltre alle nuove maglie, il Ferragosto napoletano ha visto anche l’arrivo di ben 99 aerei a Capodichino e il ritorno dei turisti in città, apparsi smarriti e accaldati in una città mezza chiusa e sporca come non mai. Lo struscio a via Toledo, tra rifiuti strabordanti e marciapiedi maleodoranti, è stato forse divertente per chi, arrivato da fuori, ha potuto celebrare con un selfie lo stereotipo della monnezza partenopea, prodotto locale famoso almeno quanto la mozzarella.
Per i cittadini e i residenti, tuttavia, rimane un fatto desolante e umiliante. Meno male che i turisti non osano avventurarsi fino ai giardini antistanti all’ospedale Cardarelli, in uno stato di degrado inconcepibile. E come potrebbero, del resto, se fare un biglietto per l’Anm equivale ormai a vincere la lotteria, tra macchinette rotte ed edicole in via di estinzione?

Il “sindaco a distanza” Luigi de Magistris è stato di parola, “scassando” la città dalla testa ai piedi, ma il suo capolavoro è senz’altro la mobilità insostenibile lasciata in eredità ai napoletani, costretti a usare l’auto più che a Roma e a Milano. Il nuovo sindaco non potrà che partire da pulizia e trasporti, se vorrà imprimere un cambiamento rapido e visibile in città. I napoletani ci sperano e sembrano aver più voglia di votare rispetto al passato, anche se nessuno crede all’arrivo di un Napoleone. Ma basterebbe uno efficiente, come il suo leggendario capo di stato maggiore Alexandre Berthier, per fare un bel passo avanti.