Don’t look up. Il Napoli arriva alla fine del 2021 a testa bassa, lasciando l’amara impressione di non riuscire mai a dare corpo alle proprie ambizioni. Dopo l’inattesa vittoria di San Siro, gli uomini di Luciano Spalletti sono crollati in casa contro il derelitto Spezia, capace di vincere per due anni consecutivi al Maradona. il Napoli aveva rialzato la testa contro il Milan, nonostante gli infortuni e il Covid, ma l’ennesimo stop contro una “piccola” ha confermato quella fragilità mentale ed emotiva della squadra già vista troppe volte negli ultimi anni.

Alla ripresa del campionato arriverà contro la Juventus una nuova possibilità di riscatto, ma Spalletti ha ancora una volta gli uomini contati, complice stavolta anche la Coppa d’Africa, e rischia di trovare solo carbone nella calza della befana. Un vero peccato, dopo l’inizio strabiliante di stagione, ma il Napoli paga caro il prezzo della sfortuna e di alcune scelte incomprensibili di mercato. Aver cominciato la stagione senza terzini di riserva abili e arruolabili, e con la grana Manolas risolta solo a Natale con una ridicola fuga verso il Partenone, ha costretto il tecnico toscano a navigare troppo spesso in emergenza, e i risultati alla lunga hanno cominciato a virare verso il rosso. Anche la gestione dei giocatori in scadenza e dei rinnovi lascia perplessi, e riesce difficile immaginare un Napoli concentrato fino a maggio con lo spogliatoio trasformato nella sala partenze di una stazione di periferia.

Insigne sta decidendo in queste ore se diventare uno degli ospiti d’onore del Caribana, il carnevale caraibico che la multietnica Toronto celebra ogni anno, mentre Mertens ha garbatamente cominciato a reclamare più spazio in campo e chiarezza sul suo futuro. Nei piani di Aurelio De Laurentiis, i due piccoli giganti del Napoli di Sarri dovevano lasciare spazio all’uomo mascherato, il velociraptor Osimhen. Ma al ragazzo africano, bersagliato da infortuni delicati prima alla spalla e poi all’occhio, mancano ancora esperienza e maturità per essere una garanzia ad alti livelli. Prendere per due anni consecutivi il covid in Nigeria non è un bel segnale, e De Laurentiis farebbe bene a preoccuparsi. Omicron è ovunque, e anche a Napoli il Natale e il Capodanno sono diventate feste tristi e dimezzate, come il visconte di Italo Calvino.

Per la città il 2021 è stato un anno difficile: da una parte la crisi sanitaria, economica e sociale determinata dalla pandemia e da un’amministrazione isolata e delegittimata, dall’altra le tenui speranze legate al nuovo sindaco e alle promesse su debito e fondi del PNRR. Sullo sfondo, il Monopoli armato della camorra a est e ad ovest della città. La galleria Vittoria, metafora del fallimento arancione, è stata riaperta ma per il resto si naviga a vista. Gaetano Manfredi ha indicato il 2022 come l’anno della svolta su rifiuti e trasporti. Sarebbe un buon indizio di futuro. Just look up!