Un Napoli incerottato, decimato da Covid, infortuni e Coppa d’Africa, ha tirato fuori un’ottima prestazione a Torino, inchiodando una Juve mediocre al pareggio e tenendola a distanza di sicurezza dalla zona Champions. Difficile stabilire se sia stato più imbarazzante lo spettacolo offerto dai giocatori bianconeri, un’armata Brancaleone senza idee né gioco, o dal loro allenatore Massimiliano Allegri, apparso in stato confusionale nel post partita mentre concionava sul Napoli con quasi “tutti i titolari” in campo, sebbene ne mancassero almeno sei, e sui pochi minuti di recupero nel finale di gara, anche se l’arbitro ne aveva concessi ben sei e mezzo.

Probabilmente, Allegri puntava ai tempi supplementari. Il Napoli, invece, con due soli cambi e una cucciolata di Primavera in panchina, e diversi titolari in precarie condizioni fisiche, ha dominato il gioco e ampiamente meritato il pareggio. E avrebbe potuto anche vincere, se il Var avesse considerato rivedibile il calcione su Di Lorenzo in piena area. Lorenzo Insigne, ormai promesso sposo del Toronto FC e del continente americano, ha giocato una buona partita per impegno e contenuti tecnici; la fine della telenovela sul rinnovo gli ha probabilmente fatto bene, liberandolo da una pressione che lo schiacciato per tutto il girone di andata. Lecito aspettarsi un buon contributo da parte sua fino a fine anno, ed un commiato dignitoso e senza asprezze con la piazza. It’s just business, folks! e per il futuro del Napoli, più che l’addio di Insigne, conteranno le scelte e gli investimenti di Aurelio De Laurentiis, per mantenere competitiva la squadra e sostituire il secondo capitano in tre anni. Dopo la Juve, il Napoli affronterà una Sampdoria in grave crisi domani al Maradona, ma è meglio non farsi illusioni su una facile vittoria.

I passi falsi contro Verona, Empoli e Spezia sono ancora lì a testimoniare la discontinuità di una squadra che non sa ancora mantenere un passo da primato. Anche il nuovo governo cittadino è ancora alla ricerca del ritmo giusto per amministrare la città, il paso doble adatto a gestire le tante emergenze avviando nel contempo il risanamento dei conti e il miglioramento dei servizi pubblici promessi in campagna elettorale. L’ennesima recrudescenza dell’emergenza pandemica ha reso più difficile la raccolta dei rifiuti e la mobilità pubblica nel periodo natalizio, ma la città non può aspettare in eterno una riorganizzazione efficiente dei servizi a rete ed il ritorno ad una condizione di normalità e decoro dello spazio urbano.

La legge di bilancio e il Pnrr promettono di dare al sindaco Gaetano Manfredi l’opportunità che voleva per evitare il dissesto, riscrivendo su basi più solide il bilancio economico e avviando un nuovo piano strategico di sviluppo della città. Ma il tempo dell’apprendistato è finito, e Napoli aspetta risposte. L’ex rettore sa bene che gli esami non finiscono mai.