A partire dalla giornata odierna, lunedì 15 novembre, è in vigore in Austria un lockdown parziale rivolto esclusivamente alle persone non vaccinate contro il Coronavirus. Una mossa annunciata giorni fa dal cancelliere Alexander Schallenberg per fare fronte all’aumento dei casi di positività al virus riscontrati nelle ultime settimane nel Paese, dove la percentuale di vaccinati è inferiore rispetto ai principali Stati dell’Unione Europea.

Un inasprimento delle misure arrivato in maniera progressiva: dall’8 novembre in Austria i cittadini non vaccinati non potevano più entrare in ristoranti, cinema, teatri, bar, parrucchieri, oltre a soggiornare in alberghi, partecipare ad eventi con più di 25 persone o usare gli impianti sciistici di risalita.

Una misura evidentemente non sufficiente per il governo conservatore di Schallenberg, che per i non vaccinati ha quindi deciso di utilizzare il pugno di ferro decretando un lockdown di fatto: le persone con più di 12 anni che hanno scelto di non vaccinarsi, pur potendolo fare perché senza alcuna esenzione per motivi di salute, potranno lasciare le loro case solo per attività ritenute essenziali come lavorare, acquistare cibo, fare una passeggiata o recarsi presso un hub per sottoporsi alla prima dose.

Il lockdown sarà in vigore per almeno 10 giorni con l’obiettivo di far crescere la percentuale dei vaccinati nel Paese: attualmente in Austria solo il 65 per cento della popolazione vaccinabile (su 9 milioni) si è sottoposta al ciclo completo.

È nostro compito come governo dell’Austria proteggere le persone”, è stato il pensiero del cancelliere Alexander Schallenberg, che ha ammesso come la scelta del lockdown non sia “un passo leggera, ma purtroppo è necessario”.

In Austria l’incidenza supera gli 800 casi ogni 100mila abitanti: un paragone impietoso con l’Italia, dove l’epidemia di Covid-19 è in risalita ma che con l’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità vede lo stesso parametro a 78 casi ogni 100mila abitanti.

La scelta del governo di Vienna crea un nuovo precedente europeo: l’Austria è infatti il secondo Paese dell’UE ad aver reintrodotto dopo l’estata una forma di lockdown, anche se parziale, dopo la scelta dei Paesi Bassi di varare la chiusura generale causa Covid.

Una ipotesi che sta valutando anche la Germania, che ha introdotto l’obbligo di quarantena per i turisti che rientrano dall’Austria e che deve fare i conti con l’emergenza Covid soprattutto nella ricca Baviera, dove il tasso di vaccinazione è particolarmente basso.

Nulla di simile invece si prospetta per l’Italia. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, rassicura tutti sul fatto che sarà “un Natale libero”, ma molto dipenderà dall’andamento della pandemia e della campagna dei richiami vaccinali

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.