“La nostra dignità non è in vendita e meno che mai quella della Campania e di Napoli”. Vincenzo De Luca ‘Masaniello’ a Roma. Il governatore della regione Campania è il leader della protesta contro il bluff Autonomia  che vede nella Capitale sfilare circa 700 sindaci del sud Italia e in particolare della regione guidata dall’esponente dem. Una manifestazione dove si sono vissuti momenti di tensione con le forze dell’ordine quando è stato vietato ai primi cittadini di arrivare, dopo l’iniziale presidio in piazza Santi Apostoli, all’esterno di Palazzo Chigi e davanti alla sede del ministero degli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr.

Ci sono stati spintoni da parte dei manifestanti che hanno etichettato i poliziotti come “fascisti”. In un filmato si vede De Luca parlare con uno dei dirigenti incaricati di gestire l’ordine pubblico. “Non si può andare oltre”, dice quest’ultimo. Secca la risposta del governatore: “e allora chiedete che qualcuno venga qui a parlare, sennò dovete caricarci, è chiaro? Ci dovete uccidere“, urla.

Poi nel comizio sottolinea: “I cittadini del Sud sono abituati a camminare a testa alta, non con la testa piegata come i pescatori. La dignità del Sud non è in vendita, tanto meno quella della Campania e di Napoli. Vorrei che il presidente Meloni chiedesse scusa al Sud. Il fondo sviluppo e coesione è destinato al Sud, prevede che l’80 per cento delle risorse vadano al Sud e il 20 per cento al Nord. Un governo che avesse avuto un briciolo di dignità avrebbe concordato l’accordo di coesione in primo luogo con tutte le regioni del Sud, non con quelle del Nord. Ha dimostrato di non avere dignità politica, e disprezzo nei confronti del sud”.

 

Durissime le parole del governatore campano che chiede di essere ricevuto a Palazzo Chigi nonostante l’assenza di Giorgia Meloni e del ministro interessato, Raffaele Fitto, oggi in Calabri per la firma dell’accordo sul Fondo di sviluppo e coesione. “Sono scomparsi tutti”, dice De Luca davanti ai portoni serrati. Poi durissime le sue parole contro la presidente del Consiglio che, poco prima, aveva suggerito a De Luca di andare a lavorare. “Devo ringraziare i presidenti di regione” sul lavoro sui fondi di coesione ha spiegato la premier aggiungendo che “tutti hanno capito il senso di quello che stiamo facendo, c’è stata una enorme collaborazione, tutti sono collaborativi salvo uno che non è molto collaborativo allo stato attuale. Rispetto per carità, neanche mi stupisce troppo, se si va a guardare il ciclo di programmazione 2014-2020 risulta speso il 24% della spesa, se invece di fare le manifestazioni ci si mettese a lavorare forse si potrebbe ottenere qualche risultato in più”.

De Luca-Meloni, scontro su fondi coesione: “Vai a lavorare”, “Lavora tu, str…”

La replica dello sceriffo è secca e volgare: “Meloni? Senza soldi non si lavora. Stronza, lavori lei. È tollerabile questo atteggiamento con centinaia di sindaci che non hanno i soldi per l’ordinaria amministrazione?”. Parole, quelle di De Luca, pronunciate dopo l’ingresso a Montecitorio.

Il chiarimento sulla ressa

Sulla ressa avvenuta a piazza Colonna “le forze dell’ordine non c’entrano, c’entra il governo, che ha assunto un atteggiamento indegno per un Paese democratico, semplicemente incivile”. A dirlo è lo stesso De Luca dopo l’uscita da Montecitorio per recarsi nuovamente a Palazzo Valentini, sede della prefettura di Roma, dove è entrato pochi minuti fa.

 

Redazione

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