È una vera e propria strage silenziosa quella che sta avvenendo nelle carceri italiane nella tremenda estate 2022n. Sono 58 i detenuto che dall’inizio dell’anno hanno deciso di togliersi la vita in carcere. L’ultimo sabato 27 agosto a Capanne. Aveva solo 34 anni ed era in attesa di giudizio. È stato secondo suicidio in 3 giorni in Umbria. Solo poche ore prima, un 49enne era deceduto all’ospedale di Terni in seguito agli atti di autolesionismo che si era procurato in cella. Una condizione disastrosa che si porta dietro una scia di morti che troppo spesso resta nel silenzio o interessa pochissimi.

A questo silenzio non sono disposte a cedere le detenute ed ex detenute del carcere di Verona e Torino, che hanno scritto al presidente della repubblica Sergio Mattarella e alla ministra Marta Cartabia. L’iniziativa è stata raccontata sulla pagina Facebook “Sbarre di Zucchero…quando il carcere è donna in un mondo di uomini” che le amiche di Donatella Hodo, morta suicida a 27 anni nel carcere di Verona hanno messo su per raccontare quel mondo troppo spesso dimenticato o ignorato del carcere femminile. La perdita di Donatella fu un dolore enorme, e così hanno deciso di non tacere e mettere insieme le testimonianze e i racconti perché “tante voci diventano un urlo”.

Le voci le hanno messe insieme da ex detenute e detenute scrivendo a Mattarella. “Siamo le ex detenute compagne di carcerazione di Hodo Donatella, suicida bella Casa Circondariale di Verona il 2 agosto scorso. In seguito al suo inspiegabile gesto, abbiamo deciso di aprire un gruppo fb dove raccontare la detenzione femminile, spesso dimenticata e poco considerata per gli esigui numeri”, si legge nella lettera.

“Il carcere è stato costruito da uomini per uomini, per contenerne la violenza, che poco ha a che fare con noi donne, abbiamo un affettività diversa, bisogni diversi, non smettiamo di essere madri, abbiamo bisogno di stare vicino alle famiglie, di poter fare colloqui con i figli, di poterli sentire maggiormente al telefono. I numerosi suicidi di questo anno sono la tangibilità di un non funzionamento dell’esecuzione penale. Dell’ inadeguatezza delle strutture, della poca presenza di educatori, psicologi, criminologi”.

“Del bisogno di una maggior formazione del personale di Polizia penitenziaria che spesso si trova a dover fronteggiare situazioni a cui non è preparato. Chiediamo insieme alle ragazze del femminile del carcere Le Vallette di Torino, un suo intervento nell’attenzionare la classe politica alle disastrosa situazione in cui versano le carceri italiane. La detenzione deve essere rieducativa, riabilitativa, giusta e corretta, non umiliante e degradante, altrimenti diventa una scuola di delinquenza e si esce peggio di come si è entrati. Le ricordiamo che solo nella sezione femminile della Casa Circondariale di Verona Montorio, nell’ ultimo anno vi sono stati due suicidi e due tentativi di suicidio. Ci rivolgiamo a Lei in quanto Garante della Costituzione Italiana, perché questa venga rispettata anche nelle carceri, perché si è DETENUTI ma non si smette di essere persone, e come tali degne di rispetto”.

E ancora la lettera dal carcere di Torino. “Siamo le detenute del carcere di Torino – si legge nella lettera – Ci rivolgiamo a lei, in quanto garante della Costituzione, chiedendole di riportare l’attenzione della classe politica sul rispetto della dignità e delle possibilità che la carta costituente sancisce per tutti i cittadini. Reclusi compresi. Questo sistema, penale e penitenziario, è fallimentare e genera recidiva e non reinserimento. È un sistema pieno di storture e diseguaglianza. In questo, riflette le stesse problematiche della società libera. Non c’è niente di più pericoloso del creare invidia sociale e conflitti tra gli ultimi. A noi, tutto ciò, appare gravissimo. Siamo un paese degradato per quanto riguarda i temi sociali e del rispetto dei diritti e delle libertà. Durante il discorso del suo giuramento, ha esportato il Parlamento e il Governo a riportare la centralità del diritto e le garanzie per la dignità di tutti al centro delle loro azioni. Non hanno ascoltato neppure lei che è il Presidente della Repubblica e tutto ciò è preoccupante!”. Il gruppo di Sbarre di zucchero ha poi inoltrate la sua lettera anche alla ministra Cartabia.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.