Emmanuel Macron come Monsieur de La Palice, prende atto della realtà e ne fa una sintesi politica: dalle urne delle legislative non è emerso alcun vero vincitore, i blocchi sono lontani dal trovare una quadra. Ma il voto espresso dai cittadini francesi nelle elezioni legislative «impone a tutti di essere all’altezza del momento. Di lavorare insieme. Domenica avete chiesto di inventare una nuova cultura politica francese. A nome vostro me ne occuperò. A nome vostro, ne sarò il garante».

Una maggioranza solida

È quanto afferma il presidente francese, Emmanuel Macron, nella conclusione della sua lettera ai francesi pubblicata dalla rete radiofonica France Bleu e da diversi giornali regionali, in cui ha chiesto alle forze politiche repubblicane di «costruire una maggioranza solida, necessariamente plurale, per il Paese». Si profila dunque un governo ampio e trasversale con almeno sei partiti dentro: e a rafforzarlo andrebbero anche i deputati che in queste ore stanno lasciando Mélenchon e La France Insoumise per confluire nella costituenda maggioranza di unità nazionale.

Le proteste

Protesta Bardella,Macron organizza la paralisi del Paese posizionando l’estrema sinistra alle porte del potere, dopo accordi vergognosi, è irresponsabile») così come LFI e la leader dei verdi, Tondlier, che ha detto: «Non si può vincere e perdere allo stesso tempo. La logica istituzionale impone” a Macron “di chiamare i leader dei partiti del Nuovo fronte popolare per chiederci di proporre il nome di un primo ministro e un governo». Al momento a Matignon, sede del governo francese, rimane il premier Gabriel Attal.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.