Il miliardario e le dimissioni
Elon Musk non cede, bocciato da Twitter come capo del social prova a cambiare le “regole del gioco”
Dare seguito al sondaggio o rimangiarsi la parola? È il dubbio di Elon Musk, miliardario, imprenditore e CEO di Tesla, SpaceX e Twitter. Come noto nella notte tra domenica e lunedì l’uomo più ricco al mondo aveva indetto un sondaggio sul proprio account Twitter, piattaforma social che ha acquistato due mesi fa per 44 miliardi di dollari, nel quale chiedeva agli utenti se dovesse continuare a essere o meno il capo del social network.
La risposta è stata netta e chiarissima: con oltre 17 milioni di voti espressi (Musk è seguito da 122 milioni di persone), il sì ha prevalso col 57% delle preferenze. “Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio”, aveva promesso l’amministratore delegato della compagnia, che a oltre 24 ore di distanza dalla chiusura del sondaggio non ha però commentato l’esito del “referendum”.
Should I step down as head of Twitter? I will abide by the results of this poll.
— Elon Musk (@elonmusk) December 18, 2022
“Vox populi, vox dei”, è il motto utilizzato in ogni occasione da Musk nel commentare i sondaggi che in queste settimane ha rivolto ai suoi followers per aiutarlo nel compiere le decisioni legate alla piattaforma: consultazioni erano state promosse sul reintegro di Donald Trump sul social, su quello dei profili bannati per aver violato le policy sull’odio online, e sul passo indietro in merito al ‘ban’ di una serie di giornalisti che avevano violato una regola introdotta per vietare agli utenti di condividere gli spostamenti del jet dello stesso Musk.
L’imprenditore sudafricano potrebbe però riservare una nuova sorpresa, l’ennesima in questi mesi di gestione pazza della compagnia. Rispondendo ad una discussione sul profilo Twitter di Kim Dotcom, celebre fondatore della piattaforma Megaupload, Musk si è detto a favore di una revisione delle regole sul social network, in modo da consentire solamente agli account a pagamento di partecipare ai sondaggi che determinano le politiche di Twitter.
Al momento però non è chiaro se questa regola, ancora da approvare, verrà applicata al sondaggio che ha visto i suoi followers bocciarlo come CEO di Twitter.
Musk che comunque già nel recente passato aveva cambiato in corsa le regole di un sondaggio, mentre era ancora in corso. Quando lo scorso 16 dicembre aveva chiesto ai suoi follower di votare la riammissione di alcuni giornalisti sospesi, Musk aveva interrotto il sondaggio mentre i “sì” erano in vantaggio sostenendo di aver previsto troppe opzioni di risposta. Il successivo sondaggio, con due semplici opzioni, aveva in ogni caso visto trionfare la risposta affermativa.
Musk che paradossalmente farebbe bene a lasciare la gestione di Twitter a mani più esperte e concentrarsi sulle altre aziende di cui è amministratore delegato, ovvero SpaceX e Tesla. Quest’ultima, leader indiscussa sul mercato delle auto elettriche, ha perso quasi il 50% del suo valore in borsa rispetto allo scorso anno. Non è un caso se l’imprenditore indonesiano KoGuan Leo, uno dei principali investitori di Tesla, ha detto recentemente di sperare che Musk “trovi presto un nuovo CEO di Twitter” per tornare a concentrarsi nella guida dell’azienda automobilistica.
Problemi che in realtà riguardano anche Twitter. Pagato 44 miliardi di dollari, cifra astronomica rispetto al reale valore della compagnia, il social network ha perso quasi la metà dei suoi principali inserzionisti pubblicitari, spaventati sostanzialmente dalla piega che sta prendendo la piattaforma.
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