Colpisce tre milioni di donne in Italia
Endometriosi, ecco la battaglia dell’influencer Giulia Sorrentino per aiutare la ricerca
Dolore è la parola d’ordine per l’endometriosi. Dolori ovunque e devastanti, soprattutto nella fase del ciclo e dell’ovulazione. Stanchezza fisica cronica, amnesie e disturbi di attenzione. Ma anche dolori nei rapporti sessuali e il pensiero, di sottofondo, di non poter avere figli. L’endometriosi, patologia che colpisce 3 milioni di donne solo in Italia (ma la cifra è sottostimata), registrando tra i 20 e i 35 anni l’insorgenza maggiore dei sintomi, non pregiudica soltanto la salute fisica. Le ripercussioni invadono la sfera emotiva, sociale, sentimentale e sessuale, e la scarsa informazione sul tema relega spesso a una condizione di isolamento e vergogna.
INFLUENCER IN CAMPO
Per questo Giulia Sorrentino, romana, 25 anni, studentessa di medicina e influencer, ha intrapreso la sua battaglia sui social, mettendo la sua esperienza al servizio delle donne: “Vorrei combattere senza vergogna e a nome di tutte le donne che soffrono di endometriosi questa malattia invisibile, perché chi ci guarda non vede il dolore che pervade i nostri corpi e le nostre menti, non capisce che abbiamo bisogno di comprensione e supporto. Ho sofferto di attacchi di panico devastanti e una depressione che sto curando grazie all’aiuto degli psicofarmaci in associazione alla terapia ormonale”.
Giulia, che nella vita è soprattutto una scrittrice e studentessa di medicina, con l’ambizione di una specializzazione in neuropsichiatria, ha scelto di utilizzare il web per sdoganare una malattia che rappresenta ancora un tabù. Una lotta condotta a colpi di immagini e post, per sensibilizzare uomini e donne, per esortare a condividere le proprie sofferenze, per invocare un sostegno alla ricerca al fine di trovare una cura, che ancora oggi non esiste. La storia di Giulia ha inizio un paio di anni fa: “Mi resi conto che qualcosa non andava quando, insieme al ciclo, arrivavano dolori molto forti, anche nei rapporti sessuali, e una stanchezza tale da costringermi a letto per diversi giorni. Non riuscivo ad alzarmi, vomitavo, ho avuto diversi svenimenti. E ovviamente non potevo studiare, uscire con gli amici, stare con il mio fidanzato. Per molto tempo questi disturbi sono stati classificati, anche dagli esperti, come ‘banali problemi da mestruazioni’. La cosa più brutta è stata questa: non essere compresa, che ritengo ancora oggi l’aspetto peggiore delle malattie invisibili.”
CRITICITA’ DURANTE IL COVID
“Per ottenere la prima visita ginecologica ho dovuto attendere la fine del periodo più critico del Covid, perché nonostante l’estrema disponibilità della mia fidata ginecologa, la dottoressa Claudia Bassanino, ero a Roma e gli spostamenti erano limitatissimi – spiega la influencer – Dall’ecografia risultava un’anomalia, così mi sono sottoposta a una risonanza magnetica e a marzo scorso è arrivata la diagnosi: endometriosi diffusa e al quarto stadio. Da lì è iniziato un nuovo percorso, fatto sì di dolori e sofferenze, farmaci e alimentazione controllata, ma anche di consapevolezza. Bisogna spiegare a tutte le donne che soffrire non è normale, il dolore è indice di qualcosa che non va, imparare a sopportare è controproducente anche ai fini della diagnosi. Al contrario, bisogna sottoporsi a controlli, mettere da parte l’imbarazzo e la vergogna e parlarne: con esperti, genitori, amici e con il proprio compagno affinché si riescano ad alleviare le sofferenze nel minor tempo possibile, riuscendo ad ottenere una qualità della vita migliore, a studiare, a trovare un lavoro, ad avere una relazione con il proprio partner. Per far questo è molto importante anche investire e finanziare la ricerca, donando il 5 per mille, per permettere a tantissime donne di sperare in una cura”.
PAROLA DI ESPERTO
“L’endometriosi è la presenza di endometrio al di fuori della cavità uterina, normalmente nella pelvi, una patologia a forte impatto fisico, emotivo e relazionale, con ripercussioni sul lavoro e nei rapporti sociali e con il partner – spiega Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione Italiana Endometriosi – Purtroppo sulla malattia grava un ritardo diagnostico medio di 8-9 anni e non esiste ancora una cura: ad oggi si possono combattere solo i sintomi, con terapie ormonali, alimentazione e integratori che, riducendo infiammazione e dolori, incidono sulla percentuale di crescita dell’endometriosi. Gli studi in corso sono tanti, anche per arrivare a trovare una cura, ma la ricerca scientifica è sottofinanziata, contiamo fondi dedicati di duecento volte inferiori rispetto ad altre malattie croniche come l’Alzheimer. L’obiettivo è concludere questi progetti per restituire alle pazienti una qualità della vita migliore”.
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