Attilio Fontana risponde in un’intervista al Corriere della Sera sul caso della fornitura di 75mila camici, senza gara d’appalto, per 513mila euro. Una fornitura commissionata dalla centrale di acquisti della Regione Lombardia, Aria, alla Dama spa, nella cui società risulta proprietaria al 10% la moglie del governatore Fontana, Roberta Dini. Una fattura trasformata in nota di credito, e quindi donazione, il 22 maggio.

“A parte il fatto che mia moglie è socia al 10% e non controlla nulla – ha risposto Fontana – vuole sapere la verità? In quei giorni la Regione ha chiesto camici e mascherine da chiunque li avesse. Il punto è questo”. 

Fontana ha ammesso di esser stato colto di sorpresa da “un’emergenza bestiale”. “Di errori ne abbiamo commessi fin che ne vuole”, ha aggiunto il governatore, che poi ha risposto alle accuse sui ricoveri nelle Rsa. “I pazienti sono stati ospitati in 18 case di riposo su 709. Il problema non viene da quello, ma dire il contrario è una finta verità facile da smerciare. Del resto, il 17 aprile l’Iss ha proprio previsto che siano realizzate unità Covid. dentro le Rsa”.

La Lombardia è stato il principale focolaio e la Regione più colpita dal coronavirus in Italia con oltre 90mila casi totali e 16.302 decessi. Un altro progetto è stato anticipato da Fontana: “Sto per nominare un mio gruppo di lavoro che entro la metà di agosto indicherà le cose da fare e quelle da evitare, proprio sulla base di questi mesi”.

Redazione

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