Uno stop fermo, deciso. Mosca rimette al proprio posto il presidente francese Emmanuel Macron e i suoi tentativi di porsi, un po’ come la Turchia, da mediatore tra Ucraina e Russia nella guerra esplosa oltre 13 mesi fa con l’invasione delle truppe russe nel Paese guidato da Volodymyr Zelensky.

A dirlo senza mezzi termini è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui “Parigi è coinvolta in questo conflitto dalla parte dell’Ucraina sia direttamente che indirettamente” e dunque “difficilmente può rivendicare il ruolo di mediatore perché è schierata con una delle parti in conflitto”.

Scelta che però rischia di isolare ancora di più Vladimir Putin, visto che ad avanzare l’idea era stato il presidente cinese Xi Jinping nel corso dell’incontro trilaterale a Pechino proprio con Macron e con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Durante il bilaterale con Macron, il presidente Xi aveva ribadito così la posizione di Pechino, rimasto praticamente l’unico alleato di Mosca, anche se in una posizione ‘defilata’: “La Cina insiste nel promuovere i colloqui di pace e una soluzione politica, esprimendo la disponibilità a collaborare con la Francia per invitare la comunità internazionale a mantenere una moderazione razionale ed evitare di intraprendere azioni che possano aggravare la crisi o portarla fuori controllo”, aveva detto il capo di Stato cinese incontrando i media con l’omologo francese dopo il loro bilaterale.

Durante il viaggio cinese Macron aveva invece elaborato in una intervista concessa ai giornalisti al seguito di Les Echos, Politico e France Inter la sua “dottrina” e la sua visione di politica estera.

Posizioni non proprio nuove, visto che lo stesso inquilino dell’Eliseo aveva mostrato una certa reticenza a seguire al 100% le ‘direttive’ proveniente da Washington e dalla Nato, definita nel 2019 “in stato di morte cerebrale”.

Non è un caso se il leader centrista abbia ribadito nell’intervista che l’Europa “non deve lasciarsi coinvolgere in crisi che non sono le nostre”, i Paesi europei non devono essere “vassalli degli Stati Uniti” e l’Unione europea deve invece costituire un “terzo polo” di fronte a Cina e Stati Uniti.

Una “autonomia strategica europea” che necessita anche di una difesa europea, altra battaglia di Macron: “Non vogliamo dipendere dagli altri sulle questioni cruciali”, è il messaggio del presidente francese che dice no quindi alla “logica dei blocchi contrapposti“.

Nessuna tregua per la Pasqua ortodossa

Il conflitto non si fermerà neanche in occasione della Pasqua ortodossa, ricorrenza che si celebra domenica 16 aprile. Nessuno ha ancora avviato qualsivoglia iniziativa per un cessate il fuoco in coincidenza con la festività, ha infatti annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

L’idea non è stata proposta da nessuno”, ha detto Peskov. “Finora non ci sono state iniziative in merito ma la nostra Settimana Santa è appena iniziata. Finora non ci sono state iniziative del genere”, ha ribadito il portavoce del Cremlino, citato dalla Tass.

Una tregua in occasione della Pasqua ortodossa era stata concordata lo scorso anno, quando la guerra in Ucraina era iniziata da poco più di due mesi: già in quell’occasione entrambe le parti avevano denunciato reciproche violazioni.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia