L'appello e lo sfogo della madre
Il giallo di Marcello Vinci, morto a 29 anni a Shanghai: “Vogliono 30mila euro per la salma”
Angela Berni aveva raccontato di aver saputo della morte di suo figlio da una breve telefonata. Marcello Vinci aveva 29 anni, è morto a Shanghai, in Cina, dove si era trasferito nel 2019. Una morte che era apparsa da subito misteriosa, un giallo. La madre denuncia di sentirsi abbandonata, lancia un appello alle istituzione anche perché per il rimpatrio alla famiglia della salma dalla Cina hanno chiesto 30mila euro. “Faccio un appello alla Farnesina – ha detto al Corriere del Mezzogiorno – di seguire la triste vicenda di mio figlio. Aspettiamo da troppo tempo che sui fatti sia fatta piena luce”.
Vinci era originario di Fasano, in Puglia, aveva vissuto a Martina Franca. Si era laureato all’istituto di studi internazionali a Roma con una tesi sulla Cina che veste made in Italy. Aveva frequentato un corso presso la Beijing Language and Culture University. Aveva lavorato come interprete per una compagnia che si occupa di commercio di beni made in Italy in Cina, la Micillo. Da qualche tempo insegnava in una scuola organizzata dal consolato italiano.
La madre lo aveva visto l’ultima volta nel settembre del 2019, anche a causa del covid. Lo aveva sentito l’ultima volta domenica 3 marzo. Al Corriere del Mezzogiorno aveva detto di aver appreso che il cadavere del figlio era stato ritrovato in strada, sul marciapiede sotto un palazzo, e che si era risaliti all’identità grazie ai documenti che aveva addosso. Si era parlato subito di suicidio, di una caduta dal 35esimo piano. Una tesi che non convince ancora oggi. A distanza di quasi due mesi il caso resta un mistero. La donna ha riferito che da un rapporto della polizia cinese sono emersi dettagli diversi da quelli conosciuti in un primo momento.
“Riporta che Marcello alcuni giorni prima di domenica 5 marzo aveva conosciuto sui social un cinese di 45 anni il quale proprio quella sera lo ha invitato a casa sua. Qui deve essere successo qualcosa perché pare che mio figlio a un certo punto non si sia sentito bene e che quel signore gli abbia suggerito di far passare il malessere stendendosi sul letto. Stavano uno in una stanza e l’altro in una stanza diversa. Nel rapporto è scritto che, di colpo, ma non sappiamo l’ora, il cinese ha sentito un tonfo e il corpo era giù sul marciapiede. Quindi la caduta non è stata da casa di Marcello, ma dall’appartamento di quest’uomo”.
Secondo il rapporto quell’uomo avrebbe pulito tutto l’appartamento e nascosto tutte le sue cose prima di chiamare i soccorsi. Sarebbe stato fermato e trattenuto per 15 giorni prima del rilascio. Sul corpo della vittima non è stata effettuata l’autopsia. La madre lamenta poche comunicazioni anche da parte della Farnesina. “Mi sento di impazzire. Tutto tace, nessuno ci dice qualcosa, mi sento abbandonata. Non so più cosa fare e la distanza non agevola le cose. Anche se andassi lì a Chengdu cosa potrei fare per cambiare lo stato dei fatti. Mi dicono che le indagini procedono, ma sono molto demoralizzata. Al grandissimo dolore della perdita di mio figlio si aggiunge l’amarezza di non sapere cosa sia effettivamente successo“. A seguire il caso per la famiglia è un avvocato italiano sul posto.
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